Chiara Maddalena ha perso la madre per il Covid - 19, la signora Maria Di Gregorio, deceduta all'ospedale Chiello di Piazza Armerina, dove era stata trasferita dall'Umberto I di Enna, ma senza che le fosse effettuato il tampone. La Procura di Enna ha aperto un'inchiesta e anche la figlia, con l'avvocato Fabio Anselmo, ha presentato un esposto e chiede giustizia per la madre. La signora Di Gregorio, pensionata di 74 anni, che era molto conosciuta perché era stata impiegata di stato civile al Comune di Pietraperzia ma che era anche tanto impegnata nel sociale, aveva iniziato a stare male il 7 marzo scorso. «Ho sentito telefonicamente mia mamma - racconta la signora Chiara - il 7 sera intorno alle 22.30 e mi è sembrato che non stesse bene». La figlia preoccupata per la madre che viveva da sola a Pietraperzia, allerta le vicine di casa che a loro volta chiamano la guardia medica. La signora arriva all'ospedale Umberto I di Enna intorno a mezzanotte. «Mamma soffre da circa un anno di fibrosi polmonare - continua la figlia - ed è seguita al policlinico di Catania nel reparto di Pneumologia». All'ospedale di Enna le viene diagnosticata una polmonite con liquido e viene ricoverata in Medicina interna. «Ho chiamato più volte il pronto soccorso e solo due volte sono riuscita a parlare con il medico di turno chiedendo espressamente che a mia madre venisse fatto il tampone e fin dall'inizio mi è stato detto di no». L'8 marzo la figlia parte da Genova e a Enna si mette in isolamento dove si attacca al telefono. «Ho tempestato di telefonate l'ospedale di Enna chiedendo insistentemente che le venisse effettuato il tampone per il Covid-19. Mamma era infatti stata in Lombardia a metà gennaio e poi a Perugia fino al 25 gennaio data in cui era rientrata a Pietraperzia». Chiara Maddalena, che ha ereditato il carattere combattivo e tenace della madre, non si ferma, fa arrivare all'ospedale di Enna la documentazione clinica della madre e mette i sanitari di Enna in contatto con quelli del policlinico di Catania. Intanto i racconti della madre relativi allo svuotamento del reparto di Infettivologia per trasformarlo in reparto Covid e il relativo trasferimento dei pazienti nel suo reparto, le visite dei parenti senza mascherine, allarmano la signora Chiara. Il 16 marzo la madre inizia ad avere “una tosse secca violenta ed un repentino e allarmante peggioramento”, il 19 marzo viene sottoposta ad una Tac e le comunicano che sarà dimessa. Cosa che avviene il giorno dopo. La figlia protesta con la direzione dell'ospedale, scatta il trasferimento al Chiello di Piazza Armerina. La mattina del 21 «le condizioni respiratorie di mamma erano molto critiche. È deceduta lo stesso giorno alle 19.45, in completa solitudine e trattata come un untore dal personale medico che non era attrezzato per trattare pazienti positivi al Covid-19 o sospetti positivi». Il tampone, il 24 marzo, è risultato positivo. «Crediamo - dice Chiara - che ci sia stata troppa negligenza ad affrontare la cura di mamma e che i suoi diritti, come paziente e come persona fragile, siano stati calpestati».