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Pietraperzia, bimbo di 16 mesi morto per soffocamento: sospeso il medico del 118

Il 118 chiede l'inserimento della tele-medicina nelle centrali operative

Un medico del 118, N.L.V, è stato sospeso dalla professione per un anno in attesa del processo dopo la morte per soffocamento di un bimbo di 16 mesi, che aveva accidentalmente ingoiato una pallina di gomma. Il giorno della tragedia, avvenuta a marzo, il medico era in servizio alla Guardia medica di Pietraperzia, nell'Ennese. A eseguire la misura interdittiva sono stati gli agenti della polizia giudiziaria di Enna.

Le indagini della polizia hanno permesso di ricostruire le varie fasi dell'incidente. I genitori del piccolo, dopo essersi accorti che il bambino aveva difficoltà a respirare, hanno compreso che avesse ingerito qualcosa che gli ostruiva le vie respiratorie. Dopo un primo vano tentativo di prestargli soccorso, si sono diretti alla vicina Guardia medica, nella cui struttura si trova anche un presidio del 118, costituito da un’autoambulanza equipaggiata per fronteggiare ogni emergenza, con autista-soccorritore, infermiere e medico rianimatore. Il medico di guardia, non avendo strumenti idonei per potere intervenire, ha richiesto l’intervento del 118, che prontamente ha raggiunto l’ambulatorio.

Tuttavia, il medico del 118, destinatario del provvedimento cautelare, secondo quanto ricostruito dagli investigatori anzichè adottare le misure previste dai protocolli sanitari "inopportunamente - si legge in una nota della polizia di Enna - decideva di trasportare il bambino all’ospedale di Caltanissetta, distante oltre 25 chilometri dal luogo dove si sono svolti i fatti".

Arrivati in ospedale, il medico rianimatore del Pronto Soccorso ha provveduto "senza alcuna difficoltà - ricostruiscono i poliziotti - ad estrarre una pallina in gomma che il piccolo aveva messo in bocca e che si era fermata alla faringe, operazione compiuta con l'uso di una pinza di Magill, che fa pure parte dell’equipaggiamento in dotazione all’autoambulanza del 118".

Purtroppo, però, a causa del lungo tempo trascorso, inutili sono risultati gli ulteriori tentativi di rianimare il bambino. Il Gip, sulla base delle risultanze investigative, ha accolto la richiesta di emissione dell’ordinanza cautelare, disponendo la sospensione dalla professione per il medico.

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