Dura reazione dell’associazione Cotulevi - Sportello antiviolenza 'Diana' di Enna alle dichiarazioni rilasciate dal difensore di A.L, il trentanovenne operatore sociosanitario di Troina, accusato di avere stuprato la giovane disabile ospite dell’Irccs Oasi di Troina, lo scorso aprile, durante l’emergenza Covid 19, mentre la giovane, rimasta incinta per la violenza, era positiva e in apposito reparto allestito all’interno della stessa struttura che si occupa di persone con gravi handicap psichici. "E' inaudito che si possa giustificare l’immane violenza compiuta in nome della provocazione, concetto già inaccettabile di per sè ed ancor più in questo caso si legge nella nota di Cotulevi - che vede come vittima una ragazza affetta da grave disabilità psichica. E’ inoltre, scandaloso affermare che i disabili avendo bisogno di affetto, anche se privi della minima capacità di discernimento, possano acconsentire a un qualsivoglia rapporto sessuale". "La ragazza non credo si accorga del suo stato. Non ha percezione - ha affermato - anche se sente i movimenti del bimbo, non riesce a capire e non è in grado di comprendere quanto le viene spiegato. Per noi è impensabile quanto le è accaduto, soprattutto nel periodo - aprile - in cui si sono aperti i reparti Covid. Lui a quel tempo ha fatto un tampone ed è risultato positivo».