Aveva abbellito le facciate del suo quartiere Santa Maria ad Agira con delle piastrelle decorate e per questo è stata denunciata. È la vicenda in cui è incorsa Maitea Moraglia trasferitasi da Parigi nel centro ennese dopo aver acquistato una antica abitazione che ha ristrutturato nel rispetto di stili e materiali.
Nel quartiere dove adesso abita con la famiglia aveva collocato una serie di piastrelle in ceramica «plaques» che inneggiano al buon umore e alla vita. Il progetto era nato durante la pandemia, quando Maitea, 41 anni, sposata e madre di una ragazzina, è rimasta bloccata nella sua casa in costruzione ad Agira.
«Ho pensato che necessitava un pò di colore - dice Maitea - così ho cominciato a creare queste mattonelle e le ho attaccate nei muri del quartiere. Non pensavo di avere commesso un reato, anzi molti hanno apprezzato». L’artista parigina, che la scorsa estate si è sposata «virtualmente» con il marito Raphael, con una cerimonia sul web e un format nuovo messo a punto dalla coppia, vuole contribuire al rilancio di Agira e di quel quartiere dove sorge il «paese albergo».
«Voglio aprire un Artist run space, un centro d’arte - spiega - e un caffè letterario per convogliare gli artisti che hanno voglia di creare in questo angolo del mondo. Mi spiace molto quello che è accaduto. Io qua mi trovo bene e sono tra i soci fondatori di un collettivo d’arte che si chiama Agire che ha già messo in campo tanti progetti. Se le mie plaques danno fastidio sono pronta a rimuoverle».
Maitea e Raphael 4 anni fa, durante un viaggio in Sicilia, avevano visitato Agira e dopo avere passato qualche giorno in una camera del Paese albergo che domina la valle con i due laghi, il Pozzillo e la diga Sciaguana, hanno deciso di cambiare vita e acquistare una vecchia casa che stanno restaurando.
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