A una giornalista di Enna è stato impedito l’accesso al Palazzo di giustizia per svolgere il suo lavoro, in base a una presunta norma anti Covid, nella giornata dell’interrogatorio di garanzia del sacerdote Giuseppe Rugolo, a carico del quale il 27 aprile è stato eseguito un ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari per violenza sessuale aggravata su minori.
La collega, alla quale l’Ordine dei giornalisti di Sicilia, l’Associazione Siciliana della stampa e la segreteria provinciale di Enna del sindacato dei giornalisti esprimono solidarietà, ha fatto presente di essere consapevole di non poter assistere all’interrogatorio, che si tiene a porte chiuse, ma di voler semplicemente attendere l’uscita delle parti.
Invece le è stato impedito l’accesso all’atrio del palazzo, in base ad una norma antiCovid citata dal presidente del Tribunale Cesare Zucchetto, norma che, afferma Assostampa Sicilia, «tuttavia sino a oggi non era mai stata resa esecutiva: i giornalisti sono sempre entrati nei locali del Palazzo di Giustizia di Enna per svolgere il proprio diritto dovere di cronaca, anche durante il periodo di emergenza pandemica. Sorprende perciò questa decisione improvvisa anche in considerazione del fatto che la collega era l’unica giornalista presente».
«E' inaccettabile che si tirino in ballo le norme anticovid per vietare l’ingresso a un Palazzo di Giustizia a una professionista sola, con la mascherina, che di certo non avrebbe creato alcun tipo di assembramento - affermano Ordine e Sindacato - chiediamo al presidente del tribunale di rivedere la sua decisione, consentendo alla collega di essere subito ammessa all’interno del palazzo di giustizia, per esercitare correttamente il proprio lavoro al servizio di una corretta informazione».
Persone:
Caricamento commenti
Commenta la notizia