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Il delitto di Aidone, è stata la figlia ad uccidere la madre: non voleva andare all'ospizio

Vittoria Malaponti, 69 anni, è stata trovata ad Aidone con il cranio fracassato

Maria Gozza ha confessato di avere ucciso la madre

Al 112 la telefonata arrivata stamattina da una donna con il tono della voce agitato, riferiva di una anziana che si era suicidata nella sua abitazione. Ma quando i carabinieri sono entrati in quella casa del quartiere San Giacomo, ad Aidone, è apparso subito chiaro che quella non era la scena di un suicidio ma di un omicidio. Anzi un matricidio.

La vittima aveva il cranio fracassato

La donna, Vittoria Malaponti, 69 anni, giaceva per terra in una pozza di sangue con il cranio fracassato. A poca distanza, un  batticarne e un coltello da cucina. Con ogni probabilità sono le armi del delitto, spiega il tenente colonnello Antonino Restuccia, comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Enna.

Uccisa perché non voleva andare in una casa di riposo

Un omicidio, senza alcun dubbio, anche per il medico legale intervenuto subito dopo. E per omicidio, infatti, hanno cominciato a indagare i carabinieri di Aidone e di Piazza Armerina con quelli del comando provinciale di Enna, coordinati dalla procura di Enna che in poche ore hanno scoperto la verità: ad uccidere la donna è stata la figlia, Maria Gozza di 47 anni, al culmine di una violenta lite, scatenata secondo quanto l’omicida ha raccontato al procuratore di Enna, Massimo Palmeri, dalla decisione di trasferire l’anziana madre in una casa di riposo.

Le indagini e gli interrogatori

Il sostituto procuratore di turno, Domenico Cattano, con i carabinieri, aveva avviato subito gli interrogatori di alcuni familiari, a partire proprio dalla figlia 47enne che abitava con la vittima oltre che di alcuni vicini. Proprio i vicini hanno riferito di avere sentito all’alba la figlia chiedere aiuto e di avere a loro volta chiamato i carabinieri. Ma il racconto della donna, che ai carabinieri aveva parlato di «una violenta azione suicidaria», ha solo aumentato i dubbi degli investigatori. In casa, una villetta unifamiliare, sono quindi entrati i militari dell'Arma della Sezione investigazioni scientifiche che hanno cominciato il loro lavoro di ricerca e acquisizione di indizi per dare il prima possibile un volto e un nome all’assassino. All’inizio, tra le ipotesi c’era anche quella di un tentativo di rapina che si era trasformato in omicidio ma poi è apparso sempre più evidente che l’omicidio fosse maturato nell’ambito familiare. Messa alle strette, la donna ha confessato. Così è stata arrestata e trasferita nel carcere catanese di piazza Lanza mentre per l’anziana madre è stata disposta l’autopsia, fissata per giovedì.

 

 

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