Si piange anche in Sicilia per le vittime di Fulvio Baule, l’uomo che a colpi di ascia ha aggredito la ex moglie Ilaria, ancora oggi ricoverata in gravi condizioni in ospedale, e ha ucciso i due ex suoceri: lui, Basilio Saladdino di 75 anni, poliziotto in pensione nato a Troina, e lei, Caterina Liliana Mancusa di 70 anni, spirata tre giorni fa. Una tragedia avvenuta un mese fa a Porto Torres, in Sardegna, e che ieri ha visto scrivere una nuova pagina: nel centro in provincia di Sassari è partita una staffetta di aiuti per i due figli piccoli di Fulvio e Ilaria, temporaneamente accuditi da una zia materna, Giuseppina, un’insegnante che si è trasferita nella casa in cui i bambini vivevano prima che scoppiasse la tragedia e dopo l’arresto del papà. Tre giorni fa la notizia che purtroppo si temeva: la moglie del pensionato, Caterina, non ce l’ha fatta: troppo gravi le ferite riportate nell’aggressione. L’ex agente di polizia, ucciso dal genero a colpi d’ascia, era originario di Troina ma trapiantato a Porto Torres da una vita. In Sicilia vivono le due sorelle, Silvestra e Maria, corse subito in Sardegna dopo la notizia. Chiedono giustizia per il fratello e la cognata e sperano che Ilaria si salvi. Saladdino e la moglie sono stati uccisi il 26 febbraio scorso nel cortile del condominio in cui vivevano. Ilaria e il marito hanno messo al mondo due figli gemelli, un maschio e una femmina di appena tredici mesi. La mamma è ricoverata in prognosi riservata all’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Il marito, dal quale si era appena separata, le ha quasi sfondato la testa, aggredendola barbaramente sotto l’abitazione dei genitori, dove si era trasferita con i gemellini. Una tragedia familiare che unisce le due isole, Sardegna e Sicilia, rispettivamente la terra di adozione e quella di origine di Basilio Saladdino, da tutti chiamato Dino. Un poliziotto generoso, altruista che quella sera, mentre stava cenando con la moglie, dopo avere sentito la figlia litigare con il genero, è corso in pigiama e ciabatte nel cortile per proteggere Ilaria, ma non è più rientrato a casa. «Nessuno - spiega il legale di famiglia, Gian Mario Solinas - poteva immaginare una reazione talmente feroce di Baule. Una persona all’apparenza normale che durante il procedimento per la separazione non aveva manifestato atteggiamenti preoccupanti che potevano fare da presagio a quello che poi è avvenuto dopo qualche mese. Quando Ilaria venne allo studio perché voleva separarsi, ricordo che i gemellini erano molto piccoli. Io stesso, mettendo da parte la professione, le consigliai di tentare una riconciliazione con il marito per il bene dei figli. Ci provarono andando da un terapista di coppia, ma non funzionò». Rancori tra le famiglie di origine, in particolare tra i rispettivi suoceri, avrebbero portato Ilaria alla decisione di separarsi e abbandonare l’abitazione in cui viveva a Ploaghe con il marito. Prima del delitto era stato concordato anche l’affidamento dei figli, assecondando, come riferisce il legale, anche le richieste del padre. Quella sera Fulvio, dopo avere tenuto i bambini con sé, li stava riportando dalla madre. Stavano ancora seduti nel passeggino, quando a causa di una nuova lite, si è consumata la tragedia. «Abbiamo chiesto all’amministrazione comunale - racconta Solinas, che segue il caso insieme all’avvocato Gabriele Satta - di sostenere la famiglia con aiuti economici e psicologici, predisponendo un percorso adeguato per i bambini, la cui vita è stata improvvisamente stravolta». Intanto, dopo la morte della suocera, deceduta il ventinove marzo dopo un mese di coma, la posizione di Baule si è ulteriormente aggravata. L’uomo, rinchiuso nel carcere di Bancali a Sassari, è accusato del duplice omicidio dei suoceri e del tentato omicidio della moglie. I due si erano sposati nel 2018, lui era muratore, mentre Ilaria era educatrice in una cooperativa che si occupa dell’assistenza scolastica di alunni disabili.