Sono quattro gli indagati dalla Procura europea, sede di Palermo, su una presunta truffa milionaria all’Unione Europea che sarebbe stata commessa dai vertici dell’Oasi Maria Santissima onlus di Troina (Enna) e delle società ad essa connesse. L’indagine verte su alcuni finanziamenti ricevuti dall’Ue e da altri enti pubblici dall’Oasi per contributi agricoli e progetti di ricerca. Secondo l’accusa, le somme incassate sarebbero state impiegate a fini privati o indirizzate per occultarne la destinazione, a un sistema societario complesso. Agli indagati è contestata anche la falsa dichiarazione del possesso dei requisiti richiesti per accedere ai finanziamenti. Le indagini sarebbero incentrate sulle società Oasi srl, Agrima Srl e Villaggio Cristo Redentore srl, che fanno parte della Fondazione Oasi città aperta, e sull'Ircss Oasi Maria Santissima, l’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico per il quale il Vaticano ha già disposto un’ispezione con la commissione ispettiva insediata dal 3 maggio. Complessa è la rete societaria con rapporti economici tra le diverse società, strutturate, secondo l'ex direttore generale Claudio Volante, destituito lo scorso marzo dal Cda dell’Ircss, come scatole cinesi. Secondo Volante, i problemi per lui sarebbero iniziati quando ha chiesto che Oasi Srl, debitrice verso l’Ircss, quanto meno compensasse con i 500 mila euro al mese, la metà dei quali per gli affitti degli immobili, che l’Ircss versa a Oasi Srl. La Villaggio Cristo redentore Srl è controllata dalla Fondazione per il 30% e da Oasi Srl per il 70, mentre Agrima Srl gestisce 750 ettari di terreno. L'Oasi avrebbe esposizioni per 60 milioni, 10 con tre banche e il resto con l’erario. Dal 2017, anno della morte di don Ferlauto, non sono stati versati nè contributi nè tasse e oggi la struttura paga circa 1 milione di euro annui solo di oneri passivi per l’indebitamento.