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Intimidazione a Cerami: imprenditore trova una testa d'agnello sulla soglia di casa

La testa d'agnello lasciata sulla soglia della casa dell'imprenditore di Cerami

Una testa d’agnello lasciata sulla soglia della casa di un piccolo imprenditore edile di Cerami. L’inequivocabile gesto intimidatorio è stato consumato lo scorso venerdì, che però non era un venerdì qualunque, ma Venerdì Santo, giorno della Passione del Signore e della sua morte in croce. L’inquietante episodio si è registrato a Cerami, piccolissimo comune dell’Ennese. Meno di mille abitanti in territorio nebroideo, dove la popolazione vive soprattutto del lavoro nelle campagne, fra agricoltura e allevamento.

Mentre tutta la popolazione ceramese era impegnata nella processione del Venerdì Santo, qualcuno ha lasciato la testa d’agnello scorticata davanti alla soglia di casa del piccolo imprenditore, che rientrando dopo le 22 ha fatto la macabra scoperta e subito ha denunciato il fatto ai carabinieri della stazione di Cerami, che hanno effettuato un sopralluogo la stessa sera. La vittima sembrerebbe sotto tiro, non è la prima volta che qualcuno cerca di intimidirlo. Undici anni fa lo stesso imprenditore subì un altro «avvertimento». All’epoca qualcuno cosparse di benzina un cavallo che l’imprenditore teneva in un box in campagna, tra Cerami e Troina. L’animale imbizzarrito aveva rotto il box e aveva tentato di scappare, ma inutilmente perché era stato letteralmente avvolto dalle fiamme ed era morto fra atroci sofferenze, arso vivo.

Non è tutto però. Sembra che circa un mese fa ci sia stato un altro episodio inquietante, anche questo denunciato ai carabinieri. In una campagna del piccolo imprenditore qualcuno ha lasciato una vecchia lampada con la fiamma spenta. Potrebbe essere un segnale per avvertire con un linguaggio non verbale che riporta all’espressione «T’astutu», espressione tutta siciliana per dire «ti spengo», cioè ti elimino. Si tratta però di una ipotesi sulla quale, assieme ad altre, indagano i carabinieri della stazione di Cerami, diretta dalla compagnia di Nicosia e dal comando provinciale di Enna. Le indagini sono portate avanti nel più stretto riserbo e nulla trapela.

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