Enna

Venerdì 22 Novembre 2024

Un rally abusivo nel parco di Floristella, chiuso subito dopo l'incendio di luglio

Parco Minerario Floristella Grottacalda

Il Parco minerario di Floristella Grottacalda trasformato in circuito per un rally, abusivo, con le Jeep. Da luglio scorso, quando parte del Parco che si estende tra i territori comunali di Enna, Piazza Armerina, Valguarnera Caropepe e Aidone, fu percorso da un devastante incendio, l’area rimane chiusa al pubblico. «Abbiamo informato la forestale e - dice Giuseppe Greco, presidente dell’ente parco - stiamo verificando come si sono introdotte le Jeep dentro il parco. Presenteremo - annuncia - una denuncia». Il rally si sarebbe svolto lo scorso 8 ottobre. A scoprirlo era stata una guida naturalistica che accompagnava dei turisti. La gara abusiva fa emergere, ancora una volta, le croniche falle nella vigilanza del Parco. L’area utilizzata per la competizione, che nessuno aveva autorizzato, è di proprietà del demanio forestale e soggetta al divieto di accesso per i veicoli, a maggior ragione ai potenti fuoristrada che agli inizi di ottobre sono stati utilizzati per la gara. Si tratta di una riserva naturale protetta, in area B. A luglio scorso il parco minerario è stato fortemente danneggiato da un incendio, di origine dolosa, che ha danneggiato, incenerendoli, 300 ettari di bosco e diverse strutture del parco. Ne era stata stabilita, dunque, la chiusura al pubblico per favorire il ripristino dell’ecosistema e per evitare ulteriori danni. Quindi ragioni di tutela che però non ha fermato chi ha organizzato la manifestazione motoristica, con tanto di transenne e di giuria. Il parco minerario Floristella - Grottacalda, istituito nel 1991, accorpa le due omonime miniere di zolfo dismesse e rappresenta uno dei più significativi insediamenti d’archeologia industriale del Sud d’Italia ed una delle più grandi, antiche e importanti aree minerarie siciliane. Presenta anche aspetti paesaggistici e naturalistici di rilievo fra cui la sorgente di acque sulfuree e le emissioni continue di metano e acqua salata e ferruginosa, che sgorgano da «Maccalube» o vulcanelli di fango.

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