Diventano un caso le parole di Papa Francesco sul vescovo di Piazza Armerina, monsignor Rosario Gisana. Nell’udienza con l’associazione Piccola Casa della Misericordia di Gela il pontefice ha elogiato pubblicamente il prelato: «Bravo, questo vescovo, bravo. È stato perseguitato, calunniato e lui fermo, sempre, giusto, uomo giusto. Per questo, quel giorno in cui andai a Palermo, ho voluto fare sosta prima a Piazza Armerina, per salutarlo; è un bravo vescovo». Una frase che ha creato malumori per due vicende giudiziarie. La prima riguarda proprio Gela: lo scorso mese di luglio è stato rinviato a processo un catechista della cittadina nissena per presunti abusi su un minore. Secondo le indagini, coordinate dalla Procura e condotte dalla Squadra Mobile di Caltanissetta e dal commissariato di Gela, avviate nel 2022, la presunta vittima aveva messo al corrente il vescovo degli abusi subiti. Affermazione che è sempre stata respinta da monsignor Gisana. Il secondo caso riguarda il processo al sacerdote Giuseppe Rugolo, accusato di violenza sessuale aggravata su minori a Piazza Armerina. Come ha sottolineato Antonio Messina, il giovane che ha denunciato il sacerdote per le violenze subite: «A poche ore dalla requisitoria del pm e della discussione delle parti civili, nel processo al sacerdote Giuseppe Rugolo, e che scaturisce dalla mia denuncia, la nota della sala stampa del Vaticano nella quale Papa Francesco tesse le lodi del vescovo di Piazza Armerina, Rosario Gisana, fa male oltre che fa pensare». Gisana, come emerso nel corso del processo, era stato registrato mentre parlava con Rugolo. In una di queste conversazioni il monsignore diceva: «Caro Giuseppe, per te ci sono tutti i presupposti per diventare Santo». Antonio Messina, adesso, rinnova la sua richiesta di potere parlare con Papa Francesco: «Santo Padre mi rivolgo nuovamente a Lei per chiederle di ricevermi. Vorrei parlarle e raccontare, atti alla mano, cosa sta succedendo nella diocesi di Piazza Armerina. Se è vero che il processo al catechista di Gela si aprirà grazie alla perseveranza di due avvocati, quello di Enna si concluderà, con la sentenza il prossimo 10 gennaio». Sulla vicenda interviene anche la Rete L’Abuso: «Spazzata in un nanosecondo, direttamente dalla bocca di Papa Francesco, qualunque oramai flebile speranza rimasta di giustizia in Italia, per le vittime di abusi sessuali del clero cattolico. L’unico paese in Europa inerte in materia e al momento oggetto per inadempienza di una petizione al Parlamento Europeo». .