L'arresto dell'omicida di Valguarnera: un minorenne faceva da sentinella nel suo rifugio di Catania - VIDEO
Guglielmo Ruisi, accusato di aver ucciso Salvatore Roberto Scammacca a Valguarnera lo scorso ottobre, è stato arrestato in un residence nell’oasi del Simeto, nei pressi dell’aeroporto catanese di Fontanarossa, ma comunque una zona non facilmente individuabile. Nell’appartamento, dove stava dormendo, era in compagnia di un minore, che sembra controllasse i movimenti all’esterno dell’abitazione. Carabinieri e polizia hanno lavorato da due mesi e mezzo per la ricerca del latitante, il quale disponeva di alcune sim intestate ad extracomunitari con le quali la moglie e il figlio comunicavano con lui. Trovato un revolver che potrebbe essere l’arma del delitto. Non è stata trovata la macchina dell’uomo. L’area in cui è avvenuto l’arresto, un labirinto di costruzioni, è stata «cinturata» per evitare l’eventuale fuga del latitante. Il fatto che il giorno del delitto Ruisi avesse lasciato il proprio telefonino a casa, fa pensare che l’omicidio fosse premeditato. Le indagini sono coordinate dal procuratore facente funzioni di Enna Stefania Leonte e dal sostituto Massiniliano Muscio. Gli investigatori di Enna si sono avvalsi della collaborazione dei colleghi di polizia e carabinieri di Catania e dei Cacciatori di Sicilia. Le complesse indagini condotte dalla squadra mobile e dal nucleo investigativo del comando provinciale carabinieri di Enna si sono protratte senza soluzione di continuità fino all’arresto avvenuto all’alba di oggi in territorio etneo. All’arresto hanno collaborato il servizio centrale operativo, il servizio polizia scientifica, la squadra mobile di Catania e lo squadrone eliportato carabinieri Cacciatori di Sicilia. Come è stato sottolineato dal procuratore Leonte, è stata la sinergia tra procura, polizia e carabinieri ad avere scardinato il muro protezione innalzato dai familiari e a permettere, dopo due mesi e mezzo, di individuare il ricercato. Un'indagine concentrata su moglie e figlio e sui loro spostamenti, che hanno confermato i sospetti che si nascondesse in territorio etneo. Necessari pedinamenti e appostamenti per settimane. La famiglia per comunicare utilizzava cellulari vecchia generazione. La fuga e la latitanza hanno richiesto secondo gli inquirenti, una rete di fiancheggiatori. Stamattina (23 dicembre) l’area del residence è stata circondata ed è scattata l’irruzione nel bungalow dove Ruisi viveva. L’uomo è stato sorpreso nel sonno e non ha opposto resistenza. Le indagini proseguono per individuare quanti hanno favorito la latitanza di Ruisi. Durante la perquisizione, è stata trovata una pistola che sarà sottoposta a perizia per accertare se si tratta dell’arma del delitto. L'omicidio di Scammacca era scaturito a seguito di alterchi continui fra le due famiglie, degenerate in una lite fra i due nella mattinata del 10 ottobre; a conclusione della lite, Ruisi si è allontanato, probabilmente per recuperare l’arma, e a bordo della propria auto ha atteso il rivale per poi sparargli a distanza ravvicinata mentre questi transitava alla guida del proprio veicolo. A seguito dei colpi ricevuti Scammacca ha perso il controllo della propria auto ed è andato ad impattare contro un furgone adibito alla vendita ambulante di frutta e verdura, colpendo il venditore, che è rimasto ferito, ed una cliente ultraottantenne, Nunzia Arena. Quest’ultima, a seguito delle gravi ferite riportate, è morta dopo qualche ora presso l’ospedale di Caltanissetta. In seguito l'indagato ha fatto perdere le proprie tracce rendendosi latitante.