Il delitto a Centuripe dopo la lite sui pascoli, l'arrestato si chiama Santangelo: avrebbe rischiato di colpire un'altra persona
È accusato di omicidio, ma anche di tentativo di omicidio, Salvatore Santangelo, 46 anni, fermato dai carabinieri nell’ambito delle indagini sull’uccisione del ventenne Antonio Andolfi (nella foto), assassinato lo scorso 19 luglio. Nella sparatoria, avvenuta nel territorio di Centuripe, in provincia di Enna, Santangelo avrebbe rischiato di colpire un’altra persona, rimasta però illesa. A contestare i capi di imputazione, compreso il porto illegale di arma da fuoco, è stata la procura di Catania, che ha coordinato le indagini dei militari dell’Arma della compagnia di Paternò, della stazione di Biancavilla e della sezione investigazioni scientifiche del nucleo investigativo del comando provinciale. Secondo quanto ricostruito dalla procura distrettuale etnea, la sparatoria sarebbe avvenuta tra Centuripe e Biancavilla, centro della provincia di Catania, dopo una discussione tra i due per la disputa su un pascolo di ovini tra terreni confinanti, e sarebbe proseguita con un inseguimento tra Santangelo, a bordo della propria auto, e il giovane, su un furgone condotto da un conoscente. In quei frangenti il fermato avrebbe esploso in direzione del ventenne alcuni colpi di pistola: uno lo ha colpito al torace, ferendolo mortalmente. Andolfi è stato trasportata all’ospedale di Biancavilla, dove, però, è giunto già senza vita. Il fermo, disposto dalla Procura, è stato convalidato dal gip di Catania, che si è però dichiarato incompetente per territorio, essendo stato il delitto commesso nell’Ennese, disponendo che l’indagato resti in carcere. Entro i prossimi 20 giorni, la procura di Enna dovrà presentare al locale ufficio del gip una richiesta di rinnovo della misura cautelare.