Enna

Martedì 05 Novembre 2024

Anziana truffata con falso incidente al figlio, due arresti ad Enna

Un fermo immagine tratto da un video mostra un momento dell'operazione che ha permesso ai carabinieri della Compagnia di Caserta di sgominare un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di anziani, ritenuta responsabile di oltre 30 episodi ai quali sono stati sottratti complessivamente beni per 200mila euro, 20 luglio 2023. ANSA/ UFFICIO STAMPA CARABINIERI ++HO - NO SALES EDITORIAL USE ONLY++

I carabinieri di Enna hanno arrestato e posto ai domiciliari due dei presunti autori di una truffa a un’anziana donna. L’indagine è stata condotta dal nucleo investigativo dell’Arma coordinato dalla Procura. I due indagati, residenti nel napoletano, si spostavano utilizzavano auto a noleggio, con contratti intestati a persone inesistenti, e utenze telefoniche intestate a stranieri. La tecnica utilizzata è stata quella del finto maresciallo dei carabinieri che chiama la donna spiegando che il figlio era stato coinvolto in un grave incidente stradale nel quale una donna incinta aveva perso il bambino e che, quindi, era in stato di fermo. Poco dopo la vittima ha ricevuto la telefonata di altre due persone che si presentano come un avvocato e un colonnello dei carabinieri che chiedevano denaro e gioielli per evitare il carcere al figlio. L’anziana ha, dunque, consegnato circa 1.500 euro in contante e gioielli per un valore stimato di oltre 10 mila euro. «Gli indagati verosimilmente hanno messo a segno analoghe truffe anche nel siracusano - ha detto la procuratrice di Enna, Stefania Leonte in conferenza stampa - l’episodio risale al maggio scorso e la vittima è una donna di 83 anni. A essere individuati, sulle cinque persone che hanno operato nel meccanismo della truffa, sono stati l’autista e la persona che ha materialmente ritirato denaro a gioielli in casa della vittima». Nell’indagine è stato determinante l’immediato intervento dei carabinieri, che già da tempo erano attivi su queste truffe: in pochi mesi alla procura di Enna sono arrivati una ventina di denunce per questo reato messo a segno con lo stesso modus operandi.

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