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Archeologo vittima degli abusi di un prete a Piazza Armerina: «Il vescovo Gisana non vada a eventi con le istituzioni»

Rosario Gisana

«Trovo davvero inquietante che nella Diocesi di Piazza Armerina, il vescovo, Rosario Gisana, che i giudici del Tribunale di Enna, nelle motivazioni della sentenza di condanna al prete Giuseppe Rugolo per violenza sessuale aggravata a danno di minori definiscono «facilitatore dell’attività predatoria del prelato» continui ad officiare celebrazioni ufficiali accanto ad istituzioni e rappresentanti delle forze dell’ordine» . Ed è per questo che Antonio Messina, il giovane archeologo che aveva denunciato Rugolo, ha scritto, qualche giorno fa, ai carabinieri, anche al comando generale, per chiedere come fosse possibile che il vescovo avrebbe officiato la celebrazione a margine della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma, con la fanfara del XII Reggimento Palermo, che si sarebbe dovuta tenere a Pietraperzia domani.

La manifestazione però, all’improvviso, è stata rinviata a data da destinarsi, «a causa di problemi organizzativi dell’Arma dei Carabinieri» si legge su un post su Facebook del sindaco di Pietraperzia, Salvo Messina che dice «mi ha chiamato direttamente il comandante di Enna e mi ha detto di bloccare tutto».

«È come se il processo, e tutto quello che è emerso, non ci fosse mai stato - conclude Messina - Vedere il vescovo, e molti dei preti coinvolti nel processo al sacerdote condannato ad Enna, sull’altare della Cattedrale di Piazza Armerina per i funerali della giovane Larimar fa male. Come è possibile che uno come Gisana, che per il tribunale ha coperto gli abusi , celebri i funerali di una ragazza che comunque ha subito un abuso? E penso che se qualche giovane volesse denunciare a chi dovrebbe rivolgersi quando le istituzioni continuano a stare accanto a chi ha favorito un abuso. Lo dice la sentenza, non io».

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