La prima sezione penale della corte d’appello ha confermato la sentenza di I grado emessa dal tribunale di Enna contro Giuseppe Rugolo condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere per violenza sessuale su minori, riducendo la pena ad anni tre a seguito dell’applicazione dell’attenuante della particolare tenuità del fatto per le altre due vittime individuate dal processo di primo grado. L’impianto accusatorio regge, dunque, anche in appello, e principalmente la credibilità di Antonio Messina, il giovane archeologo che ha dato il via al processo e alla condanna. La corte d’appello ha estromesso la diocesi di Piazza Armerina dalla responsabilità civile. La sentenza, presidente Roberta Serio, giudici Fabio Pilato e Andrea Gullotta, è arrivata dopo le repliche dei difensori del sacerdote presente all’udienza che, ancora una volta hanno criticato la sentenza di I grado e accusato la stampa di avere condotto un processo mediatico contro il sacerdote. In aula anche le parti civili con Antonio Messina, assistito dall’avvocato Eleanna Parasiliti Molica , i genitori del Messina, con l’avvocato Giovanni Di Giovanni e le associazioni Contro tutte le violenze e Rete l’Abuso con gli avvocati Irina Mendolia e Mario Caligiuri sostituito da Giuseppe Messina del foro di Gela. «Ho sempre voluto solo ed esclusivamente giustizia - dice Antonio Messina - C’è una condanna che viene confermata del resto deve ancora partire il processo contro il vescovo Gisana e il vicario giudiziale Vincenzo Murgano per falsa testimonianza. Comunque gli abusi sono stati riconosciuti sia in primo grado che in secondo grado. Mi auguro che questo sia di monito per altri giovani che vogliano denunciare ai quali dico di non denunciare ai servizi per la tutela dei minori considerato il fatto che uno degli avvocati del sacerdote condannato fa parte della commissione tutela minori di Ferrara e difende un prete pedofilo». Soddisfazione è stata espressa dalla difesa del Messina: «Per quanto attiene la posizione del mio assistito l’impianto accusatorio è stato interamente confermato sopratutto ancora una volta vince la credibilità di Antonio” dice l’avvocato Parasiliti. «Aspettiamo le motivazioni e valuteremo se ricorrere in cassazione per alcuni aspetti che non convincon»o - commenta a caldo il sostituto procuratore Gaetano Bono. Foto Ivana Baiunco