PIAZZA ARMERINA. La vecchia strada ferrata tra la città dei mosaici, Aidone e Floristella potrebbe rivivere per fini turistici? Un primo incontro tra l'ingegnere Dario Lo Bosco, presidente di Rete Ferroviaria Italiana, l'azienda partecipata al 100 per cento da Ferrovie dello Stato Italiane che si occupa della gestione delle infrastrutture ferrate, e il vice presidente dell'assemblea regionale siciliana, il deputato Antonio Venturino, sembra voler andare in questa direzione. Le due parti hanno discusso dell'ipotesi, indicando già le possibili soluzioni tecniche più recenti nel campo dell'energia elettrica applicata ai binari e ai treni, indicando nei fondi europei la strada maestra per tentare di mettere in pratica quella che per ora ha tutta l'aria di una scommessa complicata da portare avanti. «Siamo ad una fase interlocutoria, ma c'è tutta la possibilità di un progetto concreto, l'idea è stata sposata con entusiasmo dall'ingegnere Lo Bosco e sarebbe un'occasione unica per far spostare per più giorni i flussi turistici nell'area turistica tra Piazza, Aidone, Caltagirone e il Parco Minerario Grottacalda-Floristella", dice Venturino. «Ci sembra di capire che ci sono tutti i presupposti per una grande iniziativa», aggiunge. Piazza Armerina fu raggiunta il 7 settembre del 1920 dalla linea della rete complementare a scartamento ridotto delle Ferrovie dello Stato, proveniente da Dittaino e Valguarnera, per poi successivamente raggiungere anche Caltagirone dopo il passaggio dalla città dei mosaici. La rete fu costruita tra il 1911 e il 1929 e le locomotive a vapore a lungo solcarono le colline tra Dittaino e Piazza, trasportando migliaia di passeggeri e lasciandosi dietro la tipica scia di vapore e ricordi. Per un certo periodo arrivò anche la littorina a diesel. ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA