ENNA. Lo schiavo Euno con la sua statua nella piazza antistante il Castello di Lombardia è uno dei simboli della città. Non a caso da tempo la foto al ribelle siriano è d’obbligo per ogni turista che mette piede nel perimetro cittadino. Da qualche tempo a questa parte più che unanimi consensi la statua ha però promosso in città una spaccatura verticale per assegnarne la paternità. Giornali e Facebook continuano ad occuparsene.
Questo perché venne realizzata nel 1959 nell’istituto d’Arte Cascio ma nessuno la firmò. Recentemente un gruppo di professori ha sottoscritto una dichiarazione riportando che la statua è opera di Pietro Marzilla, deceduto qualche anno fa. Altri professori, o discendenti, però ne reclamano la paternità o quantomeno la riconosciuta collaborazione attiva. A questo punto è scesa in campo la famiglia Cascio, che ha nel cuore l’istituto d’Arte realizzato dal genitore Luigi ad onore del fratello caduto in guerra, Mariano. «Senza dubbio - dice Francesco Cascio apprezzato radiologo ennese e figlio di Luigi - è un’opera voluta e realizzata dall’Istituto d’Arte poi donata alla città di Enna che ne ha fatto nel tempo il suo emblema».
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