PIAZZA ARMERINA. Il Casalotto con 230 punti si è aggiudicato ieri sera la sessantesima edizione del Palio dei Normanni, nel corso della terza e conclusiva giornata della manifestazione rievocativa alla quale ogni anno prendono parte oltre 500 figuranti. I verdi a cavallo hanno sbaragliato la concorrenza degli altri tre quartieri fin dall'inizio. In tutto 24 i cavalieri che hanno preso parte alla Giostra del Saraceno, sull'arena del campo sportivo Sant'Ippolito, sei per ogni quartiere, affrontando le quattro prove di abilità a cavallo. A prendere parte alle prove solo i cinque titolari, mentre il sesto cavaliere funge da riserva. Spalti che si sono cominciati a riempire dalle 16 in poi, mentre dalle 18 ha fatto ingresso all'interno dello stadio il corteo guidato dal Conte Ruggero e dalla Gran Dama. L'anno scorso a trionfare era stato il quartiere Castellina. Adesso sono 21 le vittorie del Monte, contro i 19 vessilli conquistati dal Casalotto, i 15 della Castellina e i 4 dei Canali. Uno dopo l'altro i 20 giostranti si sono alternati al via delle quattro prove, incitati dai rispettivi tifosi sistemati nelle tribune, molti dei quali indossando la maglietta colorata del proprio quartiere di appartenenza.Prima si è partiti con la lancia in resta contro lo scudo del saraceno, poi la seconda prova, con la mazza chiodata da infrangere su uno scudo ancora più piccolo di venti centimetri di diametro, quindi di nuovo la lancia in resta, questa volta per infilzare un anello appeso al braccio del busto "arabo" e infine la prova considerata da sempre più ardua e decisiva: il giavellotto da scagliare contro un anello appeso ad una forca alta cinque metri. I punteggi delle quattro prove, poi, sommati hanno dato il nome del quartiere vincitore che ha alzato al cielo il Palio dei Normanni, dipinto quest'anno dall'artista ceramista Giuseppe Liguori, oltre al vessillo di Maria Santissima delle Vittorie, patrona della città e della Diocesi, consegnato nelle mani dei cavalieri vincitori dal vescovo don Rosario Gisana, come vuole la tradizione. Confermate da più parti le critiche alla seconda prova, quella della mazza chiodata, prova considerata in modo unanime troppo noiosa, abbastanza scontata e nella quale si registra un calo generale della tensione emotiva fuori e dentro gli spalti. Anche perché le percentuali di errore sono ridottissime, non sbaglia praticamente nessuno. Da anni si parla di un cambiamento da introdurre alla prova, simulando nuovi e più avvincenti ostacoli da superare, ma poi alla fine non se ne fa niente.(*ropa*)