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"Cronachette di paese", Leonforte raccontata da Nello Sciuto

LEONFORTE. Sono storie di vita vissuta, insegnamenti dettati dalla saggezza popolare. E i ricordi d’infanzia di un bambino ”terribile”, che gironzolava giocando tra soldati e bombardamenti nella Seconda Guerra Mondiale. Si intitola “Cronachette del mio paese” il nuovo libro di Nello Sciuto, noto poeta leonfortese, che per la prima volta ha deciso di cimentarsi nella prosa (Euno Edizioni, 86 pagine, 8 euro), realizzando un’opera che si è rivelata un successo editoriale locale, già ristampata due volte e distribuita anche fuori dal paese.

Ma «quelle che Sciuto chiama cronachette – fa notare nella contro copertina l’avvocato Pasqualino Pappalardo, intellettuale e storico, suo amico di sempre – sono, in realtà, racconti di fatti veri da lui vissuti». Il testo, già presentato al Circolo di Compagnia, è una perla da cui emerge la personalità e lo stile introspettivo dell’autore, tra citazioni letterarie e omaggi a leonfortesi illustri, come i compianti professori Salvatore Rindone e Enzo Barbera. S’inizia proprio dalla guerra, quando la sua famiglia si rifugiò in un podere di contrada Bozzetta, salvandosi dalle bombe ma non dall’orrore dei corpi sfregiati e dei cadaveri ammassati in piazza. Il testo, che propone in copertina un disegno del pittore leonfortese Pino Calì, è autobiografico ma non auto-celebrativo; storico, da un osservatorio particolare; e ricco di “cronachette” personali, come la tragedia sfiorata di sua figlioccia, data per morta dai medici ma salvata, mentre ci si preparava al peggio, da un illuminato pediatra di Assoro, che poi diede pure una lezione di stile: «Non voglio nessuna ricompensa – disse -. La vita di un essere umano vale più di tutto l’oro del mondo». (

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