ENNA. Uno dei volti più amati del palcoscenico siciliano e della fiction televisiva arriva al teatro Garibaldi di Enna che, per la stagione firmata da Mario Incudine e organizzata dal Comune in sinergia con l’Università Kore, domenica 22 aprile alle ore 20.30 propone il pirandelliano “Vestire gli Ignudi” con Andrea Tidona, diretto da Gaetano Aronica.
Vestire gli ignudi è una storia nera che potrebbe essere letta come una seduta psicanalitica, un noir scritto nel 1922 ma ancora attuale, tanto che sembra essere uscito da un format televisivo specializzato in fatti di cronaca. Una giovane donna, Ersilia Drei, viene ritrovata in fin di vita in un giardino pubblico. La sua storia, raccontata da un giornalista, sale alla ribalta delle cronache e diventa un caso nazionale, ma le dichiarazioni della donna provocano uno scandalo che pare trasformarsi in un intrigo inestricabile. Chi è Ersilia Drei?
«Pirandello scrisse Vestire gli ignudi nel 1922, mentre I Sei Personaggi in cerca d’autore imperversava con successo sui palcoscenici d’Europa – scrive Gaetano Aronica che, oltre ad essere in scena, firma regia e drammaturgia - . Ho sempre pensato che il fantasma di quel capolavoro dovesse ancora aleggiare nella mente dello scrittore. Non a caso, Ersilia Drei è considerata a più voci come il settimo personaggio pirandelliano in cerca d’autore, con una differenza: quelli compaiono evocati dalla mente di chi li ha creati, lei arriva direttamente dalla strada. Per questo lavoro non ho potuto fare a meno di pensare al Pirandello lacerato dai problemi quotidiani, dalla follia, dal desiderio di un amore impossibile, dalle visioni, dalle sue ossessioni di uomo e di artista. E l’ho immaginato solo con i suoi fantasmi, perso nel teatro vuoto, prigioniero delle grandi invenzioni contenute nei Sei Personaggi, che hanno trasformato il teatro contemporaneo: la scena “nuda” e la recitazione “vera”. Non tenere conto di queste suggestioni, della carica innovatrice del teatro di Luigi Pirandello nel quadro di un’estetica europea, avrebbe significato per me tradirlo, riconsegnarlo al provincialismo culturale, o peggio, alla polvere del museo».
Vestire gli ignudi è una storia di sesso, potere e visibilità mediatica che sembra scritta ai giorni nostri. Ed è soprattutto la storia di una libertà, di una ribellione ad una società imprigionata nei meccanismi della forma. Il contrasto fra maschile e femminile si incarna in quest’opera, nelle celebre dicotomia pirandelliana tra Forma e Vita. In scena, al fianco di Andrea Tidona e Gaetano Aronica, Vittoria Faro, Stefano Trizzino, Barbara Capucci e Fabrizio Milano.
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