È ripresa nei giorni scorsi a Troina la campagna di scavo avviata nel 2017 dall'Università degli studi di Messina nell'area archeologica demaniale della “Catena”.
L’èquipe dell’ateneo peloritano, guidata dalla professoressa Caterina Ingoglia, docente di Metodologia della ricerca archeologica, torna a scavare in città per ricostruire, tassello per tassello, tutta la storia di Troina.
"L'amministrazione comunale – spiega il sindaco Fabio Venezia - continua ad investire sull'archeologia, nella consapevolezza del grande valore dei reperti ritrovati e dei siti che aspettano di rivedere la luce. Si sta lavorando alla realizzazione di un Antiquarium e di un parco archeologico, per poter rendere fruibili al pubblico e agli studiosi i risultati delle importanti scoperte degli ultimi decenni".
Il sito, noto soprattutto per essere stato scelto dai Normanni come capitale della Sicilia, ha invece un’origine molto più antica.
Gli scavi precedentemente effettuati infatti, hanno restituito reperti di una certa importanza, databili all'età ellenistica, quando fu eretta una cinta muraria di straordinaria potenza strategico-militare e venne costruita una città, organizzata con i propri edifici pubblici, cui si sovrappose, in epoca romana, un’altra città, diversamente organizzata, di cui si stanno mettendo in luce diverse abitazioni.
"La novità di questa stagione di scavi – spiegano gli archeologi - , consiste anche nello scavo stratigrafico delle necropoli che, dopo l’abbandono della città romana, occuparono l’area. Le sepolture rinvenute, che coprono un arco cronologico ampio, sono d’importanza tale e straordinaria, da richiamare, per visitare lo scavo, l’antropologa Elena Varotto ed il paleopatologo Francesco Maria Galassi, esperti di archeologia funeraria di fama internazionale".
I risultati delle campagne di scavo saranno resi noti ai cittadini e agli studiosi nel corso di una conferenza pubblica, che si terrà entro la fine del mese di luglio prossimo.
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