Pubblicato dalla BookSprint Edizioni, è in vendita da pochi giorni il nuovo libro di Pino Scorciapino “Ferlauto, Calabrese, Rotondo. A proposito di tre sacerdoti di Troina”.
Scrivere di persone, luoghi, avvenimenti, comunità compone la cronaca e poi la storia di quelle persone, di quei luoghi, di quegli avvenimenti, di quelle comunità. Ha ragione da vendere Francesco De Gregori quando canta “La Storia siamo noi”. Ognuno di noi fa la storia. Con percentuali più o meno infinitesimali per quello che rappresentiamo nei contesti in cui è stata posta la nostra esistenza. Più il contesto è locale più la nostra incidenza nel “fare la storia” di un paese, di una città diventa consistente come peso e presenza. Pensiamo, per restare al titolo del libro, alla rilevanza per la storia di Troina ma anche del circondario e di altri luoghi della Sicilia e non solo che ha avuto padre Luigi Ferlauto (1922-2017), fondatore e presidente dell’“Oasi”, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per il ritardo mentale e l’involuzione cerebrale senile. Pensiamo cosa ha significato il suo passaggio terreno per la storia e l’intreccio relazionale-economico-sociale-sanitario con migliaia di persone e migliaia di famiglie. Pensiamo cosa significano, ancora per migliaia di persone e migliaia di famiglie, le decisioni che quotidianamente padre Silvio Rotondo (1953) assume, i provvedimenti e le disposizioni che firma nella sua scrivania di successore di Ferlauto.
Altrochè se la storia siamo noi. E non solo i potenti della terra di cui sentiamo, vediamo e leggiamo negli organi di informazione a più non posso in ogni ora della giornata.
Le pagine di “Ferlauto, Calabrese, Rotondo” ripercorrono vicende più o meno recenti che hanno come protagonisti tre sacerdoti nati a Troina e che in quella antichissima ed arroccata cittadina nel cuore della Sicilia hanno svolto il loro ministero. Nel caso di Rotondo con due precedenti parentesi come parroco a Catenanuova e ad Agira. Storie di vita molto diverse, ottiche di valutazione a se stanti, letture dei loro percorsi affidate nel primo caso a molteplici interviste a sindaci ed amministratori di Troina, e dunque a tante valutazioni personali. Nel secondo e nel terzo caso affidate alla ricostruzione dell’autore di fatti ed esistenze. Insomma i tre saggi non seguono un comune filo metodologico e narrativo. Vanno letti ognuno autonomamente dall’altro. Tutti e tre iniziano con la spiegazione di come, quando e perché sono stati scritti. Per il terzo la curiosità da segnalare è che mai Rotondo avrebbe immaginato di ritrovarsi protagonista di un approfondimento che lui stesso aveva proposto all’autore, concepito più che altro come “replica” ad alcune prese di posizione della stampa sulle ferite del pandemico 2020 nell’Oasi.
Cosa lega i tre sacerdoti protagonisti di questo libro? Molto. Si sono conosciuti e frequentati. La vocazione sacerdotale di Rotondo, da bambino e poi da adulto, ha quasi un mentore in padre Tonio Calabrese (1930-2018) oltre che nell’arciprete Enzo Campagna. Calabrese, prete e psicologo, ha operato per diversi anni con Ferlauto nell’Oasi. Rotondo, prete e sociologo, ha affiancato – sempre all’Oasi, palcoscenico costante nelle pagine del libro – Ferlauto nell’ultima fase della sua lunga esistenza e ne ha raccolto l’eredità alla guida dell’Istituto che pone al centro dell’attenzione i più deboli.
Ma evidenziare il legame o, più correttamente, i legami fra i tre sacerdoti non deve mai fare dimenticare che i tre scritti originano e si dipanano in piena autonomia sia d’indagine che descrittiva l’uno dall’altro.
Una peculiarità di questo libro, infine, è costituita dalla combinazione o piuttosto dall’intreccio che scrivere in un certo modo dei tre sacerdoti ha consentito. Ironizzando, con una battuta, potrebbe riassumersi nella nota formula commerciale “Paghi uno prendi due”. Ritornando seri, come il lettore avrà modo di verificare alla fine delle pagine, scrivendo di e su padre Ferlauto nel primo saggio si ripercorrono nelle interviste pubblicate decenni e decenni di interessante storia politico-amministrativa cittadina. E di rapporti, non sempre facili, tra Comune ed Istituto Oasi. Scrivendo di padre Tonio Calabrese si ripercorre la sua vita ma si approfondiscono anche vicende locali, storia della chiesa di questa area, rapporti tra l’arciprete probabilmente più amato dai troinesi e la cittadinanza nel suo complesso, non solo con i fedeli ed i praticanti. Scrivendo dell’annus horribilis 2020 all’Oasi ed a Troina si incroceranno tante notizie su Rotondo e tutti impareremo a conoscerlo meglio. Rendendoci conto di quanto impegnativo sia il suo ruolo e di quante responsabilità sia gravato. Avrebbe potuto fare il parroco e basta (non che sia facile per un parroco porsi come riferimento religioso per migliaia di fedeli…) e invece si è ritrovato seduto su di una poltrona ad una scrivania normalmente scomoda e nel 2020 della pandemia diventata una polveriera. Difficile resistere senza l’ostinazione della fede e senza la fissazione di mettere al primo posto ultimi e deboli della società.
Per chi ricostruisce storie e vicende, le cuce come si farebbe in sala di montaggio per un film o un documentario, il terzo saggio – quello su Rotondo e sull’anno della pandemia all’Oasi – comporta un coefficiente di difficoltà aggiuntivo rispetto alla ricostruzione di vicende di trenta o quaranta anni fa. In quanto si scrive se non in contemporanea comunque con una sfasatura temporale ridottissima, di pochi mesi, che non consente alla polvere del tempo di sedimentarsi. Si scrive quasi in diretta. Mentre per definizione l’analisi storica per potere scavare e narrare al meglio ha bisogno di sedimentazione. E di valutare gli avvenimenti con gli “occhiali” del distacco, delle riflessioni sui collegamenti e sugli sviluppi dei fatti, delle conclusioni che abbiano avuto il tempo di essere ragionate. Ecco perché, ponendosi a metà strada tra cronaca e storia, il terzo saggio merita la palma del più complesso dei tre.
L’auspicio è che ogni pagina si riveli interessante per il lettore. E lo arricchisca con nuove informazioni, nuove chiavi di lettura, nuove interpretazioni. Per aiutare a formare meglio i giudizi e perché saperne di più alimenta (per parafrasare il sottotitolo di una pregevole trasmissione della Rai, “Ulisse” di Alberto Angela, una delle non molte che giustificano il pagamento del canone) “il piacere della conoscenza”.
“Ferlauto, Calabrese, Rotondo” è stato presentato a Troina nella serata di sabato 4 dicembre nella Sala Lazzati della Cittadella dell’Oasi. Nell’incontro, introdotto e moderato dal giornalista Massimiliano Ragusa, direttore della testata giornalistica online “94018.it”, sono intervenuti con l’autore il sacerdote, saggista e scrittore Pietro Antonio Ruggiero, parroco a Gagliano Castelferrato ed in precedenza a Troina (ha anche operato all’Oasi) la professoressa Lella Russo, docente di Lettere a Nicosia, e lo stesso don Silvio Rotondo, presidente del Consiglio di Amministrazione dell’IRCCS “Oasi Maria SS.” di Troina.
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