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Giovedì 21 Novembre 2024

«Il senso della misura», esce il nuovo disco di Mario Incudine

Esce venerdì 2 agosto “Il senso della misura”, la nuova produzione musicale di Mario Incudine che contemporaneamente dà il via al nuovo live tour del poliedrico artista siciliano. “Il senso della misura” è il sesto album musicale da solista di Mario Incudine. Esce a distanza di dodici anni da “Italia talìa” (Universal music) secondo posto alla targa Tenco 2013 e vincitore del premio Loano 2013. “C’è un’età di mezzo che è l’età della misura. Fluttua, ancora febbrile, tra l’eccitazione della giovinezza e la saggezza della maturità. Sta lì, in cerca d’una stabilità eternamente ricercata e sempre respinta. E gioca, inesausta, tra il bisogno di amare e il desiderio di essere amati. È l’età della consapevolezza, l’età in cui i pezzi della scacchiera si rimettono al posto ridisegnando un nuovo scenario di gioco, diverso, forse più complicato o forse semplicemente più bello.” Sull’onda di questa nuova età, nasce il nuovo lavoro discografico di Mario Incudine; progetto rivoluzionario e allo stesso tempo antico, nell’accezione più bella e più intensa del termine. Con un registro linguistico nuovo che mai tradisce la propria origine, Incudine guarda alla Sicilia parlando italiano. Di lui diremmo, come Calvino ebbe a dire di Verga, che è un italiano di Sicilia, una di quelle voci tuonanti che inneggiano alla propria terra rendendosi fruibili a tutti. L’amore, nella sua veste più bella, nella sua natura più variegata, è il principale protagonista di questo disco. Amore per una donna, amore per la vita, amore per i figli, amore per la propria terra. Otto secoli dopo la grande tradizione stilnovista, Incudine torna a cantare della donna angelo, colei che, facendosi mezzo del più sublime dei sentimenti, salva e fortifica. Ma c’è anche un amore più carnale, terreno, umanissimo, fatto di lenzuola e saliva, di notti e di sogni, di città da scoprire e fotogrammi da incorniciare. È l’amore per l’amore. Quell’amore che urla e dilania, che strugge ed esalta. E poi c’è l’amore tenero per un figlio, l’immagine magnifica del sonno, dell’abbandono, del necessario e istintivo bisogno che un padre ha di proteggere. E ancora amore per una terra che allontana ma attanaglia, per la storia che ci racconta, per la notte che ci domanda. “Quando ho battuto all’asta della mia vita i quarant’anni, dopo tanto teatro e diverse esperienze come attore e compositore di musiche per il cinema e per progetti speciali che mi hanno un po’ allontanato dalla forma canzone tout court, ho sentito l’urgenza di ridisegnare il mio pentagramma e di farlo con registri, parole ed emozioni nuove – dice Mario Incudine - questo progetto discografico nasce così; da una visione di me diversa, più consapevole e allo stesso tempo più audace. Ho imparato, sulla mia pelle, a dare peso e valore a relazioni e sentimenti; ho sperimentato discese e salite, voli e cadute, felicità vertiginose e strazianti dolori. Ed estrapolando da me stesso il vissuto e il non vissuto, ho trovato il mio personalissimo, senso della misura”. Dodici tracce in cui Incudine regala agli ascoltatori la sapienza di un artigiano di canzoni che cuce a mano con cura e attenzione, nota dopo nota, suono su suono il suo “sound”, mescolando il mediterraneo con le più moderne sonorità. Bouzouki, corde etniche, percussioni mediterranee, fisarmonica, zampogna “a paru” insieme a batteria, basso elettrico, ghironde, mandolini e chitarre portoghesi, voci arabe e andaluse fino ad una intera orchestra d’archi, disegnano l’anima musicale di questo disco impreziosito da ospiti d’eccezione come Massimo Varini, Faisal Thaer, Luis Peixoto, Placido Salamone, Federico Quaranta (sua l’idea della traduzione in siciliano del brano “Amara Terra mia” e sua la voce recitante che chiude la famosa canzone di Modugno) e Biagio Antonacci. Proprio Antonacci, dopo la fortunata collaborazione nel brano “Mio fratello”, ormai diventata una Hit, ha regalato ad Incudine il singolo “Tienimi Terra”, scrivendolo appositamente per la sua voce e la sua interpretazione. “Tienimi Terra è la disperata invocazione che fa chiunque si prepara a lasciare la propria casa – spiega Mario Incudine – ma se ci sono mille motivi per andare via, la Terra può ancora esercitare il potere di trattenere i suoi figli aggrappati a sé, e quando questo succede la disperazione si tramuta in festa, una “festa nazionale” che ogni essere umano dovrebbe poter celebrare nella libertà e nella pace”.

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