Trova nella dimensione in Piano solo il momento ideale per dare forma al proprio universo espressivo e al suo talento naturale per l’improvvisazione: le idee che convergono nelle performance sono delle più varie, dai capisaldi del jazz, passando per le canzoni italiane, fino alle arie d’opera.
Danilo Rea sarà il protagonista, giovedì 8 agosto alle 20.30 nell’Area Archeologica di Morgantina, del sesto appuntamento del Barbablù Fest, il festival prodotto e realizzato da “Terzo Millennio Progetti Artistici”, nato da un’idea di Pietrangelo Buttafuoco, con la direzione artistica di Alberto Samonà.
Così, con il suo talento capace di spaziare su qualunque repertorio, la sua sensibilità musicale, il suo estro gentile e la sua forza creativa, Rea plasma la melodia schiudendo le porte a infinite possibilità che si aprono agli ascoltatori. Uno show dinamico in cui l’improvvisazione è protagonista, proiettando gli spettatori in un mondo le cui strade sono ancora tutte da scoprire.
“Io improvviso sempre durante i concerti – spiega il musicista - odio avere una scaletta. Nulla è già deciso: per me un concerto è come un salto in un mondo che ti si apre strada facendo. È un po’ come raccontare una storia, cercando di costruirla parola dopo parola, e trovando spunti per reinventarla ancora, sempre viaggiando melodicamente sul filo dei ricordi comuni”.
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Chi è Danilo Rea
Danilo Rea nasce a Vicenza nel ‘57, ma la sua storia in musica nasce a Roma, sin dalla sua tenera età. E la passione diventa studio al Conservatorio di Santa Cecilia, dove si diploma e insegna nella cattedra di jazz fino al 2017. Studi classici, rock e pop influenzano la sua formazione e convergono attraverso il jazz, la sua vera passione: melodia e improvvisazione. Esordisce con lo storico Trio di Roma con Pietropaoli e Gatto; parallelamente accompagna come pianista i più importanti cantautori italiani: Mina, Paoli e collabora con Baglioni, Pino Daniele, Modugno, Mannoia, Cocciante, Zero, Morandi e Celentano. Suona al fianco dei più grandi nomi del jazz come Baker, Konitz, Grossman, Berg, Woods, Brecker, Oxley, Lovano, Barbieri, Romano, Mehldau, Pérez, Camilo, Bacalov. Tra i suoi ultimi live si afferma il progetto “La Grande Opera in Jazz”, dove reinterpreta i grandi temi operistici affiancato dalle stelle del canto. Un’esperienza straordinaria per riscoprire le meraviglie del melodramma italiano in una chiave di lettura innovativa, che grazie alla tecnologia, porta nuovamente nei teatri le voci dei grandi cantanti lirici del ‘900.
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