È stato venduto all’asta per 700.000 franchi svizzeri (poco più di 700.000 euro) il Trittico di Leonforte, attribuito al Beato Angelico: ad aggiudicarselo è stata l’Artè Gallery di Balerna, dove l’asta si era tenuta. Lo apprende l’AGI Pietro Livolsi, sindaco di Leonforte nell’Ennese, che da ieri ha viaggiato tra Como e la Svizzera per aggiudicarsi l’opera e, al tempo stesso, convincere lo Stato italiano a fermare l’asta. Nella serata di ieri era giunta la nota «urgentissima» del ministero della Cultura, comunicata al sindaco dal ministro Alessandro Giuli, con cui si chiedeva al tribunale di Mendrisio (Chiasso) di «sospendere la vendita all’asta dell’opera in oggetto... onde consentire i necessari accertamenti conseguenti all’uscita non autorizzata dell’opera».
L'uscita dall'Italia nel 2016
L’uscita dell’opera dall’Italia era stata autorizzata, infatti, nel 2016, ma quando questa era ancora considerata una copia ottocentesca dell’originale conservato in Germania. Nel luglio del 2017 una relazione di restauro dell’Ifarc di Balerna ne affermò «l’estrema raffinatezza e preziosità di esecuzione», la quale «emerge oltre che dall’osservazione ravvicinata dell’opera, anche attraverso le analisi eseguite su alcuni micro prelievi». Inoltre, le analisi hanno evidenziato «l’utilizzo di pigmenti pregati, quali lapislazzuli, azzurrite, giallo di piombo e stagno, malachite, lacca rossa, usati per sovrapposizioni o talvolta miscelati con maestria per ottenere sfumature e passaggi di tono particolarmente delicati». Secondo una valutazione del 2021 di Rolando Bellini, docente all’Accademia di Brera ed esperto del Rinascimento, l’opera «è un pezzo rilevante della ricca produzione d’uno dei più aulici Maestri rinascimentali» e «frutto incontestabile del prolifico atelier dell’Angelico. Opera destinata a una committenza nobile e dunque un reperto su cui lo stesso Beato Angelico è intervenuto personalmente».
La richiesta di sospensione
Nella sua richiesta di sospensione, di cui l’Agi ha preso visione, il ministero ha fatto rilevare che «l’attestato di libera circolazione autorizza l’uscita dal territorio nazionale di un trittico del XIX secolo» e non di «un trittico attribuito a Beato Angelico», la cui uscita dal paese «non è mai stata autorizzata dagli uffici ministeriali italiani». Inoltre, si legge nella richiesta, «è interesse di questa amministrazione l’acquisizione pubblica dell’opera, di intesa con i competenti uffici della Regione Siciliana», che, però, non ha dato negli ultimi mesi segno apparente di voler intervenire sebbene messa a conoscenza da un’interpellanza presentata a ottobre scorso del deputato Fabio Venezia, in cui si chiedeva al governo regionale «di tutelare il bene e di esercitare il diritto di prelazione in caso di vendita all’asta dello stesso» e di «attivare le procedure e stanziare le necessarie risorse per acquistare il dipinto e restituirlo alla comunità di provenienza». Livolsi non si era fatto scoraggiare dal silenzio delle istituzioni e aveva fatto approvare a febbraio una delibera con cui la giunta comunale di Leonforte ha stanziato 15.000 euro per l’acquisto dell’opera. Allo stesso tempo era riuscito a convincere il ministero a intervenire con urgenza: troppo tardi per giochi, forse, già fatti. Secondo quanto riferisce il Corriere del Ticino, l’offerta vincente di 702.445 franchi svizzeri era arrivata per iscritto e stamattina nessuno dei presenti a Balerna, una sessantina, ha rilanciato.
L'amarezza del sindaco
«Sono amareggiato, rammaricato perchè non si è pensato di intervenire prima. Io ho saputo dell’asta una ventina di giorni fa e anche dal ministero della Cultura mi hanno detto che se l’avessero saputo prima sarebbero potuti intervenire in tempo». Così il sindaco di Leonforte, Piero Livolsi. «Spero adesso che sia il Ministero che la Regione Siciliana si mettano in moto per far rientrare questo bene in Italia, poichè è dimostrato che si tratta di un’opera di grande valore. Il Ministero si era attivato e qualcosa ha fatto, ma l’interpellanza del parlamentare Fabio Venezia al governo regionale siciliano è stata a ottobre. Cosa ha fatto da allora l’assessorato regionale ai Beni culturali?» Il Mic attiverà tutte le procedure per bloccare il bene, inclusi i carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio: l’attestato di circolazione dell’opera è diretto solo verso l’Italia, e di conseguenza il bene resterebbe fermo in Svizzera. Sul destino del quadro pende anche il ricorso del figlio del collezionista romano che cedette il bene a un gallerista in Svizzera affinchè questo lo promuovesse e valorizzasse, cosa che non sarebbe mai avvenuta.