ENNA. «Il destino degli appalti in Sicilia è drammatico, per i ribassi che vanno dal 38 al 49 per cento. L'impresa che prende i soldi dalla mafia è quella che riesce a fare i prezzi migliori». Lo ha detto il presidente della Confindustria Centro Sicilia, Marco Venturi, ieri mattina al convegno organizzato dall'Ance di Enna su «Legalitá e sviluppo» all'Irsap di Dittaino. «Questi ribassi mettono fuori le imprese cosiddette normali - ha aggiunto -. I protocolli di legalità sono molto importanti, da dieci anni Confindustria firma protocolli in tutto il territorio nazionale, vanno benissimo le 'white list' delle Prefetture, ma il passo successivo è garantire le imprese normali, che vivono di mercato, quelle medie, che non possono fare questi ribassi, perché rischiano di uscire dal mercato. Quelle che hanno fondi neri o fondi illeciti devono andare fuori». La chiave del successo delle politiche per favorire lo sviluppo nella legalità, in pratica, per Venturi è semplice: «maggiori controlli», magari un nuovo protocollo d'intesa con la Guardia di Finanza, ma soprattutto «rispetto delle regole» da parte di tutti. I lavori sono stati moderati da Nino Amadore del Sole 24 Ore. Il presidente dell'Ance Vincenzo Pirrone ha esordito esprimendo solidarietà agli imprenditori di Leonforte vittime da un anno di continui tentativi di intimidazione da parte della mafia. «Il crimine non paga - ha detto Pirrone -. Vorrei dire ai criminali di stare attenti, perché anche loro hanno famiglie e figli, e incamminarsi su questa strada causa problemi che resteranno per generazioni intere. Lo Stato è lento ma li raggiunge». ALTRE NOTIZIE NEL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA