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Crisi, non si ferma l'emorragia: chiusa un'azienda ogni tre giorni

ENNA. Nel 2014 in provincia di Enna si è persa una azienda ogni 3 giorni, «festivi compresi». È quanto viene fuori leggendo i dati diffusi da Unioncamere rispetto alle dinamiche delle imprese iscritte alla Camera di commercio. Lo scorso anno in provincia si sono registrate 802 nuove imprese mentre quelle che hanno chiuso i battenti sono state 925 con un saldo negativo di 123 imprese e che fanno scendere il numero complessivo delle aziende iscritte alla Camera di commercio sotto la soglia di di 15 mila. Un dato sicuramente migliore rispetto al saldo finale del 2013 quando il saldo negativo è stato di 488 e che quindi fa intravedere timidi segnali di ripresa.

Ma ad ogni modo la situazione socio-economica provinciale rimane lo stesso pesante se si considera che nel 2014 sia a livello nazionale che regionale la media è stata positiva rispettivamente dello 0,51 e 0,53 per cento il che significa che l'economia reale ha ripreso a camminare, e che il dato ennese è il peggiore tra le nove province siciliane, uno dei peggiori in assoluto tra le 104 province siciliane. Così, mentre la politica locale continua ad essere autoreferenziale ed a comportarsi come l'orchestra del Titanic, continua a suonare malgrado la nave affondi, dal 2008 ad oggi in provincia si sono perse circa 1200 imprese e quindi non meno di 2500 posti di lavoro. La la cosa più triste è che nulla viene cercato di fare per creare un minimo di condizione affinchè si inverta questa spirare negativa come lo snellimento della macchina burocratica, agevolare l'accesso al credito, potenziare la rete infrastrutturale. Ma è anche vero che le stesse imprese devono fare la loro parte, investendo in ricerca, innovazione e sulle risorse umane. Senza questi sforzi rimanere competitivi in mercati sempre più globali diventa molto complicato.

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