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Impianti sportivi ad Enna, ora solo il deserto dei tartari

PERGUSA. Ad Enna non è più di casa l'impiantistica sportiva. Se prima, negli anni ottanta la dotazione di strutture di sport era un vanto per la città, oggi la stessa piange miseramente. Le condizioni trovate dall'assessore Paolo Di Venti al suo insediamento sono da fare accaponare la pelle. Un dato è lo specchio più evidente per segnare con precisione l'arretramento cittadino in materia di strutture sportive.

Fra gli ex nove capoluoghi di Provincia siciliani Enna continua ad essere la sola cittadina che manca di un palasport degno di questo nome. Quello esistente, o meglio la struttura di Enna bassa che in tanti continuano a chiamare palasport è un'illusione avendo poche e scarse caratteristiche per essere definita tale. E dire che negli anni novanta il Credito sportivo aveva finanziato un avveneristico palasport da costruire nella zona dell'attuale facoltà di Ingegneria dell'università Kore. Ma non se ne fecce nulla per il vezzo "da comari" della politica cittadina.

A sala d'Euno i consiglieri si spaccarono, alcuni volevano realizzare nell'area il Parco urbano, altri il Palasport. Dibattiti e raccolte di firme portarono le cose talmente alle lunghe che il risultato della diatriba fu il più classico: niente Parco e niente Palasport. Nel perimetro urbano c'è una struttura che in passato ha dato tanto lustro alla città, l'autodromo di Pergusa. Oggi è sacrificato ad un'altra struttura, la riserva, che creata con legge impedisce al circuito di sviluppare la sua attività come prima.

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