La dimensione dell’occasione sprecata, almeno fino a oggi, è tutta in un dato che emerge fra le pieghe di una relazione della giunta: i 31 progetti che il governo nazionale ha bocciato esattamente un ano fa perché incompleti avrebbero portato l’acqua in modo regolare su altri 170 mila ettari di terreni coltivabili spingendo l’economia agricola fino a una crescita di fatturato di un miliardo.
Ora la giunta Schifani sta provando a recuperare il tempo perso. Ha ottenuto dal governo nazionale il recupero di una parte dei 31 progetti bocciati un anno fa. Tutti gli altri li finanzierà autonomamente la Regione, attingendo al Fondo sviluppo e coesione. Nulla resterà incompiuto, è la previsione della giunta, anche se è andato sprecato un anno, sono state perse risorse del Pnrr e ora si dovranno utilizzare fondi che potevano essere sfruttati per altre misure di sviluppo.
In ogni caso la vicenda dei progetti per irrigare le campagne siciliane è a una svolta. Un anno fa il ministero dell’agricoltura rispedì al mittente, l’assessorato all’epoca guidato dal forzista di estrazione miccicheiana Toni Scilla, 31 progetti su 31 presentati per intercettare i primi fondi del Pnrr. Si trattava di tubature, impianti collegati alle dighe e altri sistemi idrici che erano stati progettati (alla buona) dai consorzi di bonifica: il problema è che nessuno di questi piani aveva il fondamentale requisito della definitività. Non poteva quindi andare subito in gara e ciò portò Roma a bocciare tutto e dirottare verso altre Regioni il budget non sfruttato dalla Sicilia.
L’estate scorsa la Regione ci ha riprovato. Il ministero ha pubblicato un nuovo bando e l’assessorato ha ripresentato i progetti, questa volta tutti definitivi o esecutivi. Da qui in poi il risultato può essere visto come il tradizionale bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. A fine dicembre è stata pubblicata la graduatoria e al dipartimento Sviluppo Rurale della Regione, guidato dal dirigente Dario Cartabellotta, hanno saputo di aver avuto il via libera a quasi tutti i progetti, entrati così in graduatoria, anche se i finanziamenti assegnati sono sufficienti a mandare in gara solo una minima parte dei 31 piani: Roma ha stanziato per la Sicilia 30.958.428 euro a fronte di progetti che valgono 271.760.740 euro.
In pratica - si legge nella relazione firmata da Cartabellotta - i consorzi di bonifica hanno recuperato il tempo perso consegnando nell’estate 2022 ciò che doveva essere pronto alla fine della primavera 2021. A quel punto però all’assessorato all’agricoltura non se la sono sentita di limitare ai soli progetti finanziati dal ministero il via ai cantieri. Per questo motivo l’assessore Luca Sammartino ha chiesto e ottenuto da Schifani che l’intero pacchetto di progetti presentati a Roma, anche quelli finiti in graduatoria ma non finanziati, possa essere realizzato. Un piano che sarà possibile perché la giunta ha deciso di inserire i progetti per l’irrigazione dei terreni agricoli fra quelli finanziabili col Fondo sviluppo e coesione della nuova programmazione.
Dunque, persi in gran parte i fondi nazionali del Pnrr la Regione mette adesso soldi propri. Così almeno entro un paio di anni - è la previsione di Cartabellotta - tutti o quasi quei 176 mila ettari oggi aridi per via di mancanza di condotte saranno raggiunti dall’acqua e dunque messi a reddito.
Fra i progetti principali c’è quello da 10 milioni per la ristrutturazione con eliminazione delle perdite della rete Dittaino-Ogliastro. Poi quello da 11,5 milioni che collega la diga Trinità, nel Trapanese, alle campagne. Altri 8 milioni serviranno, sempre nel Trapanese, per rendere efficiente la rete collegata al fiume Delia. E 4,9 milioni sono destinati a rendere efficienti le reti della Valle dell’Acate, nel Ragusano dove ci sono le serre.
Nell’Ennese arriveranno 19 milioni per le reti collegate alla diga Olivo, e nel Catanese 10 milioni per l’acquedotto Gerbini 2. Nuove condotte, sempre nel Catanese, nel sistema irriguo Dittaino sinistro per un valore di altri 10 milioni. Altri 9,7 milioni sono previsti per il sistema di automazione e telecontrollo della rete del torrente Mazzarrà. Per il sistema Garcia-Arancio, nell’Agrigentino, pronti 5 milioni e 440 mila euro e altri 8,1 per le condotte collegate alla diga Castello. Infine, sempre nell’Agrigentino, 6,8 milioni per le reti del comprensorio di Sciacca. Nel Messinese 7,3 milioni per il sistema irriguo collegato al fiume San Paolo nel comprensorio di Francavilla di Sicilia e Motta Camastra.
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