PIAZZA ARMERINA. Che fine ha fatto il “tesoretto” della Villa Romana del Casale ogni tre mesi spettante alle casse comunali? Il cosiddetto 30 per cento degli incassi del sito archeologico, per legge spettante al Comune, avrebbe dovuto portare nel 2014 ben 810 mila euro nelle casse della città, visto che l’incasso totale del 2014 per i mosaici alla biglietteria è stato di 2 milioni e 707 mila euro (dati Regione Siciliana). La liquidazione di queste somme preoccupa gli ambienti politici dell’opposizione che ha chiesto all’amministrazione un dossier di spiegazioni su quello che sta succedendo dal 2014 ad oggi. Il gruppo consiliare del Pd ha deciso di presentare un’interrogazione per chiedere conto della convenzione tra il Comune e il servizio Parco Archeologico della Villa Romana. L’accordo tra Comune e assessorato regionale dei Beni culturali su come usare i fondi sembra essere finito nel porto delle nebbie. «Almeno fino alla data di scadenza della convenzione (30 novembre 2014) il Comune avrebbe dovuto ricevere direttamente i fondi», spiegano i consiglieri Salvatore Alfarini, Teresa Neglia, Teodoro Ribilotta e Lillo Cimino, i quali chiedono di conoscere se la convenzione, alla scadenza, sia stata rinnovata. «In caso contrario vogliamo sapere quali siano i motivi ostativi e le eventuali iniziative prese per la conclusione dell’istruttoria che conduca alla stipula della convenzione», dicono. Ma soprattutto il rubinetto con i soldi del 30 per cento degli introiti dei biglietti è chiuso o aperto?