ENNA. «L'Altra città che mi piace», la lista civica che nelle recenti elezioni amministrative, in prima battuta ha sostenuto Angelo Girasole nella battaglia per la conquista della poltrona più ambita del Comune e al ballottaggio ha poi appoggiato il candidato vincente Maurizio Dipietro si evolve e diventa partito. Gli aderenti vanno a confluire nel Pdr, il Patto dei democratici per le Riforme dell'ex ministro Totò Cardinale. Ne dà notizia una nota diffusa ieri. La guida per il momento è stata affidata a Girasole. Lo stesso comunicato conferma poi che i tre consiglieri comunali Paolo Gargaglione, Peppe La Porta e Filippo Fiammetta costituiranno a Sala d'Euno il gruppo Pdr. Precisano che «rimane fermo l'impegno assunto al ballottaggio con gli elettori per sostenere con convinzione e lealtà l'amministrazione Dipietro sulla base dei punti programmatici a suo tempo concordati con lo stesso sindaco». Questo vuol dire che restano confermati i due assessori adesso in quota Pdr, il vicesindaco Angelo Girasole e Giusy Macaluso. Nessun terremoto, dunque, dentro la giunta Dipietro che però passo dopo passo si avvicina al Pd del premier Matteo Renzi, mentre rimane lontana e distante dal Pd di Mirello Crisafulli. Sembra una contraddizione ma non lo è, considerato che il partito ad Enna ha già imboccato la via congressuale per il prossimo autunno e le forze interne cominciano a riposizionarsi. Quindi l'assoluto predominio dell'ala crisafulliana dentro il Pd sembra ormai archiviata con un partito che vuole aprirsi a nuove esperienze. Non a caso venerdì mattina alla presenza del segretario regionale Fausto Raciti in una sala dell'hotel Federico II è stata ufficializzata la nascita della corrente «Rifare l'Italia» guidata, a livello nazionale, dai cosidetti Giovani turchi. Alla testa in provincia si sono posti numerosi giovani amministratori comunale fra i quali l'ex sindaco di Enna Paolo Garofalo e il primo cittadino di Troina Fabio Venezia. Per tornare alla nascita del Pdr ad Enna, l'adesione della lista L'Altra città che nelle elezioni ha segnato quasi il 18 per cento, viene definita come naturale considerata «la forte affinità politico-culturale che porta a condividere comuni valori». Ma coincide anche l'obiettivo di fondo cioè quello locale. Tutti e due intendono «rimettere assieme i democratici della provincia che sono rimasti delusi o esclusi dall'esperienza del Pd locale e che guardano al modello di partito nazionale e al presidente Renzi come punti di riferimento». L'ex capoluogo si è mosso e adesso si attende che il Pdr si espanda in provincia, considerato che non sono pochi coloro che guardano con attenzione a questa scelta.