ENNA. Monta la protesta contro l'accorpamento della Prefettura di Enna con quella di Caltanissetta. «Rispetto a quanto si preannunciava qualche mese fa, è stato fatto un passo avanti, ma Enna è un territorio con delle criticità e non può essere privata anche dell'Unità di Governo». Questo il commento di Giuseppe Piccione, segretario Intesa Fp in Sicilia, dopo avere preso visione della bozza del Ministero dell'Interno inerente gli accorpamenti delle Prefetture nella regione. «La provincia ennese - continua il sindacalista -, ha già subito recentemente la soppressione della Ragioneria Territoriale dello Stato e del Tribunale e Carcere a Nicosia. Pensare di accorpare la Prefettura e le relative funzioni a Caltanissetta, non lo si può condividere. Come organizzazione sindacale, siamo da sempre favorevoli alle politiche che portano al risparmio della spesa, la famosa spending rewiew, - aggiunge Piccione -, ma a patto che si tratti di tagli sensati e non propagandistici che creano false illusioni su risparmi in fondo inesistenti. Quindi - conclude il Segretario -, riteniamo un grave errore eliminare l'unica espressione del Governo Nazionale da ogni provincia, soprattutto in una regione come la Sicilia». «La logica dei tagli alla spesa non può confliggere con l'esigenza di sicurezza e legalità espressa dal territorio. La soppressione della Prefettura di Enna e l'accorpamento con la prefettura di Caltanissetta, deciso dal Ministero dell'Interno a partire dal 2016, è inaccettabile perchè suona come una resa della comunità nazionale al malaffare ed alla criminalità». È quanto dichiara Luisa Lantieri, deputato regionale di Sicilia Democratica, in merito alla notizia della soppressione della Prefettura di Enna che, in una politica di spending review, vedrà cancellare dal prossimo anno 23 Prefetture su tutto il territorio nazionale. «Il Prefetto di Enna Fernando Guida, inoltre - precisa Lantieri - in un momento di forti tensioni sociali ed economiche che sta attraversando l'intera provincia, sta svolgendo un egregio lavoro di contenimento delle tensioni sociali e territoriali ponendosi come espressione tangibile della presenza dello Stato e pcamera di compensazione dei conflitti sociali. Distruggere il lavoro sin qui fatto potrebbe porre anche seri problemi in termini di sicurezza sociale e controllo del territorio. È per questo - incalza Luisa Lantieri - che ho già chiesto un incontro urgente al Ministro dell'Interno Angelino Alfano da realizzarsi ad Enna». «Comprendiamo bene l'esigenza di ridurre le spese - continua - ma sopprimere la Prefettura in un territorio dove la pesante crisi economica sta riproponendo reati antichi come l'abigeato e dove c'è un costante braccio di ferro tra Stato e antistato può suonare come inquietante segnale di resa. I siciliani, soprattutto quelli delle zone più interne, hanno bisogno di non sentirsi cittadini di serie B. La presenza dello Stato non può essere concettuale - sottolinea Lantieri - ma deve essere visibile perchè deve funzionare anche da deterrente contro i tentativi di controllo del territorio da parte delle organizzazioni criminali. La soppressione della Prefettura, inoltre, costringerebbe il personale impiegato e le rispettive famiglie ad un radicale cambiamento del proprio assetto organizzativo con notevole disagio anche in termini di aumento di costi e gestione delle risorse». «Ancora una volta il Governo mette in campo una spending review con i criteri dei tagli lineari, senza aggredire la vera spesa inutile e improduttiva e creando problemi ai territori, ai cittadini e ai lavoratori». Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Michele Pagliaro, a proposito della soppressione di 23 Prefetture, tra cui quella di Enna, decisa dall'Esecutivo nazionale. «Per quanto riguarda Enna - afferma Pagliaro - è un deciso attacco a un territorio che già sconta grandi problemi sotto il profilo economico, sociale, occupazionale e che non può consentirsi che a questi si aggiungano quelli che inevitabilmente creerà il venire meno di un presidio di legalità come la Prefettura». Per Pagliaro «la logica è la stessa di quella con cui si è proceduto alla riforma delle Province. Ma in questo caso - osserva - è certamente un segnale negativo, nella difficile fase che stanno attraversando il Paese e la Sicilia, il venire meno di un' un istituzione che conferma la presenza dello Stato, quando ci sono ambiti come la lotta alla mafia, la gestione delle problematiche legate all'immigrazione, le tensioni di vario genere legate alla crisi che richiedono invece una presenza forte e capillare dello Stato». «È impensabile che in un momento tanto complesso per la nostra terra, alle prese con un'emergenza migratoria senza precedenti, si pensi di tagliare la prefettura ad Enna, sancendo l'abbandono del territorio da parte dello Stato». così il senatore Vincenzo Gibiino, coordinatore regionale azzurro in Sicilia e membro del Comitato di Presidenza di Forza Italia. «Palazzo Chigi e il Viminale - aggiunge - rivedano i tagli, nella consapevolezza che in una terra come la Sicilia, dove è doveroso non abbassare la guardia nei confronti dell'antistato, lo Stato non può e non deve arretrare. In tal senso presenterò, insieme ai senatori siciliani di Forza Italia, un'interrogazione parlamentare».