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Gestione dell'acqua nell'Ennese, si ritorna al passato

ENNA. Dodici Comuni dell'ennese Agira, Calascibetta, Catenanuova, Centuripe, Cerami, Leonforte, Nicosia, Piazza Armerina, Pietraperzia, Regalbuto, Troina e Valguarnera hanno deliberato nei propri consigli l'inizio dell'iter del passaggio alla gestione pubblica del servizio idrico. Fra chi non lo ha fatto Enna dove sono scoppiate le polemiche fra il M5S, fautore della delibera, e amministrazione e consiglio. che tentennavano

. Adesso arriva la denuncia di Assoconsumatori che boccia l'azione dei Comuni, e in particolare dei sindaci, ritenendo quest'ultima delibera solo fumo negli occhi. «Gli atti dei consigli - dice Pippo Bruno - sono serviti solo ai sindaci solo per fare bella figura di fronte ai concittadini. Hanno fatto credere che vogliono tornare alla gestione pubblica del servizio». E non è così? «Non mi pare». L

e perplessità di Bruno sono chiare: «Queste delibere si basano su una legge regionale impugnata dal governo nazionale. E quindi dovrà verificarsi in futuro la sua efficacia ma se i sindaci avessero voluto davvero dare esecuzione al dettato avrebbero dovuto proporre una delibera completa». A parere di Assoconsumatori fra i dodici Comuni che hanno deliberato «solo Nicosia e Leonforte, secondo le nostre notizie, hanno inserito il percorso da seguire». Quindi ci sarebbe dieci delibere assolutamente vaghe: «L'art. 12 della legge regionale 19/2015 prevede questo. A Nicosia e Leonforte è stato possibile grazie ai consiglieri Luciana Spedale e Pierfrancesco Vanadia. Hanno chiesto l'istituzione di una commissione per verificare gli inadempimenti contrattuali di AcquaEnna. Solo dopo si potrà avanzare la proposta di risoluzione delle convenzioni».

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