PIAZZA ARMERINA. Dopo le polemiche preelettorali trascinatesi, nel Pd, per lunghi mesi ad Enna adesso è la volta della città dei mosaici dove alla revoca delle deleghe assessoriali al vicesindaco Giuseppe Mattia sono seguite le dimissioni dell’assessore Rita Marotta e a cascata i consiglieri comunali Manuela Lentini, Daniele Lo Preti e Laura Saffila hanno ritirato il sostegno al sindaco Miroddi.
I tre consiglieri di Piazza Armerina avevano invocato l’intervento del commissario cittadino del Pd, Mario Alloro, affinché convocasse «tutte le forze politiche della città ed in primo luogo i partiti ed i movimenti di centrosinistra per verificare le condizioni per la prosecuzione di questa esperienza amministrativa, anche per il tramite di un governo di salute pubblica».
La risposta di Alloro non si era fatta attendere. «Non credo rientri tra i compiti del commissario del Pd piazzese - la tesi di Alloro - assumere determinazioni che riguardino l'assetto amministrativo del governo cittadino che, al contrario, compete al sindaco e alle forze che lo hanno eletto, in piena autonomia». Ma Alloro aveva colto l’occa - sione anche per rispondere alla neo rieletta onorevole regionale Luisa Lantieri che aveva sostenuto, in vista delle amministrative 2018 per il rinnovo dei vertici comunali, la necessità di farsi carico «della costruzione di uno schieramento il più ampio possibile che si ponga in alternativa all’attuale amministrazione comunale».
«La candidatura alla carica di sindaco - ha risposto Alloro - non sarà certamente determinata dall'onorevole Lantieri, ma dal Partito democratico di Piazza Armerina nella sua interezza». Uno scambio in cui si è inserito il consigliere Lillo Cimino secondo cui Alloro, nominato commissario per il tesseramento della sezione di Piazza Armerina, «avrebbe esaurito da tempo il suo compito se avesse convocato, così come previsto dal suo mandato, il congresso locale.
Come consiglieri comunali lo abbiamo già diffidato a consegnare le tessere e convocare l’assemblea generale ma evidentemente qualcosa sembra essersi inceppata nella procedura e gli iscritti protestano e minacciano azioni eclatanti».
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