Il problema del randagismo fa scoppiare la polemica. I consiglieri, di Patto per Enna, Maurizio Bruno e Cesare Fussone chiedono all'assessore Biagio Scillia di dimettersi ma lui risponde che che non lo farà. Bruno e Fussone parlano di «inadempienze» che sarebbero «frutto dell'approssimazione con cui l'amministrazione affronta questa complessa tematica». Puntano il dito contro Scillia che ha la delega al Randagismo. «I costi del randagismo non diminuiscono, i cani detenuti nel canile sono controllati a campione e non con un'approfondita indagine per accertare la veridicità del costo, i cani randagi sono sempre più in giro, le adozioni dal canile non sono possibili per mancanza di notizie e materiale sui cani comprese le rispettive schede sanitarie, non c'è controllo del territorio, non c'è monitoraggio dei cani, non è stata rinnovata la convenzione con l'Asp scaduta da due anni, l'ufficio randagismo è stato smantellato riducendo il personale ad una sola unità, le sterilizzazioni dei cani privati si fanno con i soldi pubblici». Lamentano anche che, del canile che si sarebbe dovuto costruire con un progetto finanza, non si hanno più notizie. L'articolo completo nell'edizione di Agrigento, Caltanissetta ed Enna del Giornale di Sicilia di oggi.