Il direttore generale dell'Asp di Enna, Francesco Iudica, risponde alle proteste sull’ospedale di Leonforte. In una lettera indirizzata ai sindaci di Agira, Assoro, Nissoria e della stessa Leonforte, sottolineare alcuni aspetti della questione e prova a rassicurare i cittadini «sull’impegno dell’Azienda - come si legge nella lettera - a tutelare il diritto alla salute». «Con riferimento al più recente dibattito circa l’evolversi della situazione dell’ospedale di Leonforte - afferma il direttore generale dell'Asp di Enna - ritengo doveroso rappresentare alcuni elementi di verità dei quali spero si vorrà tener conto per evitare che un tema così profondamente importante e delicato venga affrontato sulla base di notizie, magari diffuse artatamente, che non corrispondono ad alcun dato di realtà. L’Azienda non ha, come pure è accaduto di leggere, scelto la modifica del calendario delle prestazioni di anestesia in favore del pronto soccorso di Leonforte, tanto meno in modo unilaterale, ma ha dovuto prendere atto che la attuale disponibilità di anestesisti non è più sufficiente a garantire la presenza nell’arco dell’intera giornata». Iudica ricorda che «la legge, giustamente, non consente che un dipendente possa lavorare oltre 12 ore continuative nell’arco di una giornata» e ribadisce che «non abbiamo anestesisti sufficienti in nessuno degli ospedali della provincia. Non ce ne sono. Neanche se gridiamo o protestiamo o battiamo i piedi. E i tempi che verranno si annunciano ancora più preoccupanti, se si considera che su 42 posti vacanti, destinati, ahinoi, a crescere, abbiamo ricevuto solo 3, ripeto tre, domande di specializzati». Iudica è un fiume in piena: «Neanche possiamo costringere quelli che abbiamo - tuona - a fare prestazioni aggiuntive se non vogliono farle. È un loro diritto e nostro dovere rispettarlo. Con atteggiamento adulto, cioè con consapevolezza della realtà ed impegno a cambiarla, abbiamo dovuto prendere atto di una condizione che chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la realtà sa che riguarda l’intero arco dei pronto soccorso dei piccoli ospedali siciliani – in alcuni dei quali di anestesisti non ne vedono neanche con il cannocchiale! – e siamo prontamente corsi ai ripari chiedendo al Policlinico di Catania di volersi convenzionare con noi per assicurare i turni mancanti. Non appena avremo risposta positiva, provvederemo ad integrare i turni che, intanto, per quel che è possibile, nella misura in cui è possibile, continueremo ad assicurare con i nostri anestesisti». Il direttore generale sgombra il campo da motivazioni diverse. «Ciò a dimostrazione - dichiara - che non ci guidano tentazioni di risparmio e che, come abbiamo sempre fatto, continueremo a acquistare prestazioni aggiuntive. Se le troviamo. E se non le troviamo continueremo a cercarle, finché non le troviamo. Quello con cui ci confrontiamo non è, infatti, il mondo che vorremmo, ma quello che possiamo e dobbiamo. Per questo, ora che è stato possibile, abbiamo potuto far riprendere l’attività chirurgica che per lustri è stata assente. Ma di questo non parla nessuno. Ma esso è il segno inequivocabile di una incontrovertibile verità: che con la presente direzione strategica la situazione del FBC è migliorata, non fino al punto che vorremmo, ma certamente fino a tutto quello che è stato possibile, che il complessivo numero dei medici in servizio è cresciuto e che quel che si è potuto fare si è fatto e si continuerà a fare».