ENNA. L'arancino siciliano, raccontato e preparato sul palco del cluster Bio-Mediterraneo dallo Chef Rosario Umbriaco, arriva a Expo nel segno di Cerere. Prodotto tradizionale, la cui storia risale al Medioevo e si lega a quella di Federico II, l'«arancinu» o «arancina» deve il suo nome al colore arancio che assume la panatura dopo la frittura. Due le tipologie preparate insieme ai visitatori dallo Chef Umbriaco. Prima è toccato all'arancino tradizionale ennese, fatto con riso allo zafferano di Enna, piselli, stracotto di vitellone, estratto di pomodoro e parmigiano. Poi è stata la volta dell'«arancino a due strati di riso», composto all'esterno da uno strato con menta selvatica e zafferano e all'interno da uno con ricotta fresca, prezzemolo e pepe nero, con al centro un cuore di fonduta di piacentino Dop, un formaggio di pecora con grani di pepe e zafferano tipico della tradizione ennese. I visitatori hanno imparato «fare» gli arancini partecipando a tutte le fasi di preparazione, dalla cottura del condimento alla lavorazione del riso fino al passaggio nel pangrattato e alla frittura, rigorosamente a 190 gradi. «Questo è il segreto per far sì che gli arancini non si spacchino».