La svolta nell’omicidio di Massimo Melis è arrivata a poche ore dal suo funerale. Nella notte gli investigatori della Squadra mobile di Torino, guidati da Luigi Mitola, e coordinati dal sostituto procuratore Chiara Canepa, hanno arrestato un uomo gravemente indiziato. Si tratta di Luigi Oste, 62 anni, originario di Piazza Armerina, in provincia di Enna, ma residente nel capoluogo piemontese, nel quartiere Barriera di Milano. Lo stesso quartiere dove, in via Gottardo, si è consumato il delitto di Halloween. Secondo gli inquirenti sarebbe stato lui a sparare un colpo di pistola alla tempia sinistra dell’operatore della Croce Verde mentre si trovava sulla auto dopo avere accompagnato a casa un’amica. Luigi Oste è stato prima ascoltato come persona informata sui fatti, poi, dopo aver fornito risposte evasive, ha chiesto di essere assistito da un avvocato. Durante l’interrogatorio nella notte si è avvalso della facoltà di non rispondere. Per la convalida dell’arresto bisognerà attendere la decisione del gip che arriverà nelle prossime ore. Imprenditore edile, pregiudicato con condanne per reati contro il patrimonio e spaccio di stupefacenti, arrestato nel giugno scorso per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, gli investigatori sono arrivati a lui dopo aver acquisito un frame delle telecamere di video sorveglianza della zona. Non ci sono immagini del luogo dove Melis è stato freddato nella sua Fiat Punto blu, ma la presenza del 62enne nei dintorni è stata registrata nell’orario, circa le 21, in cui l’operatore è stato assassinato. Una presenza che risulterebbe anche dai tabulati e dalle celle telefoniche. Non tralasciando tutte le altre piste quella più seguita dalla Squadra mobile portava alle conoscenze di Patrizia, ex fidanzata di Melis. La donna e Melis avevano consolidato un rapporto tra di loro e ultimamente, anche se solo come amici, avevano ripreso a frequentarsi. La sera dell’omicidio, la vittima, dopo aveva fatto la spesa insieme alla donna, l’aveva accompagnata a casa. Patrizia aveva poi ritrovato il cadavere dell’amico il giorno dopo, nello stesso posto in cui l’uomo aveva parcheggiato la sua Punto la sera prima. A pochi metri dai palazzoni di via Gottardo, il killer - è la ricostruzione elaborata dagli investigatori - ha aperto la portiera dell’auto e, da distanza ravvicinata, ha premuto il grilletto di un revolver calibro 38, arma che non è stata ancora ritrovata. Poi, richiusa la portiera, si è allontanato. Fin da subito Patrizia aveva raccontato agli investigatori che c’era un cliente del bar del papà Alessandro, dove lei lavora, che da quest’estate le ‘faceva la cortè, scambiando le cortesie della barista per un interessamento. La cercava, l’aveva invitata ad uscire e le rivolgeva attenzioni che Patrizia, in maniera gentile, aveva respinto. Ma Oste avrebbe visto in Melis, che conosceva, un rivale. I funerali del 52enne si sono svolti ieri mattina in centro, dove lui è nato e cresciuto, nel convento di Sant’Antonio da Padova, dove da bambino lui serviva la messa come chierichetto. Una folla commossa ha voluto dare l’addio a quel «piccolo grande uomo innamorato della sua famiglia, un vero operatore di pace, altruista e generoso», come lo hanno ricordato i suoi colleghi. La funzione religiosa è stata officiata da padre Nicholas, parroco della chiesa di Maria Speranza Nostra, che in questa settimana ha portato conforto alla madre della vittima, e da un frate francescano del convento. La sorella Monica ha scritto una lettera, in cui fa parlare per l’ultima volta il fratello morto: «Quanto la fate lunga. Sono morto non sarò né il primo né l’ultimo. Quando siete tristi chiamate mia madre e miei nipoti che vi faranno sorridere».