Una preghiera composta e corale che si leva dalla Casa Circondariale Luigi Bodenza di Enna. Questa mattina la reliquia del giudice Rosario Livatino, un frammento della camicia azzurra intrisa del suo sangue custodita in una teca, ha fatto visita ai detenuti del carcere ennese. Livatino, trucidato a soli 37 anni, in un agguato mafioso dagli appartenenti alla Stidda il 21 settembre del 1990 sulla strada per Agrigento e poi fatto beato da Papa Francesco il 9 maggio del 2021 rappresenta l’icona dell’uomo cristianamente giusto.
E’ l’agrigentino Don Gero Manganello a raccontare chi era il giudice e come abbia lavorato sempre per la giustizia e la salvezza degli uomini. Alla presenza delle autorità civili e militari, e dei vertici della Procura oltre ai rappresentanti del Comune di Enna, il vescovo di Nicosia Giuseppe Schillaci, insieme ai cappellani Giacomo Zangara e Sebastiano Rossignolo, ha celebrato la messa. Ad accompagnare la funzione il coro Magnificat di Barrafranca che ha reso questa visita un piccolo evento. “Spargete amore nel mondo - ha detto il vescovo Schillaci nel corso dell’omelia – Il giudice Livatino, che sulla sua scrivania aveva sempre un codice penale ed un vangelo ha lavorato nella giustizia e per la giustizia, perchè la legge è necessaria e serve a indicare il cammino giusto a chi sbaglia”.
Un alveo nel quale il carcere di Enna si è sempre mosso , come testimoniano le parole della direttrice della Casa Circondariale, Gabriella Di Franco. “Questo è un carcere operoso – ha detto la direttrice al termine della funzione - dove si lavora per il bene di questa comunità. Dopo la reliquia di don Pino Puglisi, che ci ha fatto visita qualche tempo fa, oggi aggiungiamo un altro tassello, con la reliquia del giudice Livatino. Anche noi, come ha detto sua eccellenza il vescovo, lavoriamo per costruire amore. E questo grazie ad un grande lavoro di squadra che vede tutti assieme per raggiungere l’obiettivo, Dalla polizia penitenziaria, agli insegnanti, dall’area sanitaria ai volontari per arrivare ai detenuti”.
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