E’ in libreria e in vendita sulle note piattaforme commerciali on-line di distribuzione il nuovo libro di Pino Scorciapino, “Gesualdo Bufalino e quell’invito a Troina cortesemente declinato”, pubblicato dalla casa editrice siciliana “Nulla Die”.
Racconta Scorciapino: “Un breve biglietto autografo di Gesualdo Bufalino del quale sono stato destinatario nel 1995 – inedito, svelato per la prima volta in questo libro – diventa la chiave d’una indagine. Riguardante una rilettura non solo della produzione del grande scrittore siciliano quanto piuttosto di alcuni aspetti personali e familiari della sua vita. Non da parte di un critico letterario ma di un allora sindaco quarantenne ed ora pensionato sessantasettenne. Giornalista pubblicista allora come ora, non esperto di analisi letterarie ma avvezzo all’indagine giornalistica.
Piaccia o non piaccia – e bisogna riconoscere che quasi sempre non piace – il giornalista che scrive un articolo o, ancora più, un libro è un intruso nella vita degli altri. Un gioco al quale non ci si può sottrarre in quanto normalmente si scrive di personaggi importanti, pubblici, del mondo della politica, dello spettacolo, dell’arte, della cultura, dello sport. In questo libro si profila un ulteriore paradosso, forse una complicazione: chi scrive è parte della vicenda, proponente e testimone d’un avvenimento non accaduto ma dal cui mancato accadimento si dipana una indagine su Bufalino ed i suoi affetti. Una lettura parziale, beninteso. Con l’umiltà di riconoscere che dall’approfondimento emerge nulla più d’una tesi. Argomentata, approfondita, documentata grazie al contributo di analisi di altri osservatori e testimoni. Ma pur sempre e solo una tesi. O, più correttamente, una supposizione. Senza pretesa di imporla. Solo con l’intento, in punta di piedi e sempre dalla parte dei protagonisti del libro, di proporla”.
“Mi sono chiesto – continua l’autore - come potrebbe essere etichettato questo breve libro. “Pamphlet”? La definizione rischia d’essere incompleta. O, piuttosto, inadeguata, fuorviante. “Opuscolo, libello, breve scritto di carattere polemico o satirico”: così i vocabolari definiscono un “pamphlet”. Non ci siamo. Già nelle dimensioni: “breve scritto” solo fino a un certo punto per un libro di 120 pagine. Ma più che altro manca il peculiare carattere polemico o satirico. Io sono interamente dalla parte dei personaggi. E la satira non appartiene a questo “libello”. Se restiamo al termine “libello” intercettiamo due significati. Uno, dimensionale, di “piccolo libro, libretto”. L’altro di “opuscolo contenente un atto di pubblica accusa, infamante o diffamatorio, per lo più anonimo”. Il secondo significato è da escludere nella maniera più categorica. Più coerente, per quanto riduttivo e di taglio essenzialmente fisico o materiale, il primo significato.
“L’indagine – conclude Scorciapino - è condotta con la tecnica del ricorso massiccio a fonti documentali, inserite in pagina direttamente. Lo straordinario continuatore della scuola narrativa siciliana e i suoi familiari sono i protagonisti di queste pagine. In un certo senso paradossale per uno scrittore che per una intera vita dispone a suo piacimento di personaggi, li inventa, fa loro dire ciò che vuole che dicano, li plasma e li costruisce secondo i suoi intendimenti. Tuttavia ci muoviamo in un gioco delle parti più ricorrente di quanto si pensi. Chi scrive – così come chi scolpisce o dipinge o recita – deve essere consapevole che di lui e su di lui si continuerà a scrivere a congedo avvenuto. A maggior ragione se si chiama Gesualdo Bufalino, fuoriclasse della scrittura, inarrivabile cesellatore di descrizioni ed emozioni”.
Pino Scorciapino (Troina (En), 1955), laurea in Scienze Politiche, è stato dirigente della Regione Siciliana a Palermo dal 1987 al 2017; ora in pensione. Giornalista pubblicista, dal 1983 al 2016 ha collaborato a quotidiani e periodici tra cui Giornale di Sicilia, Cronache Parlamentari Siciliane, SiciliaInformazioni.com. Attualmente collabora al sito www.piolatorre.it del Centro studi Pio La Torre di Palermo occupandosi in prevalenza di politica internazionale, armamenti, disarmo. Saggista, storico, biografo, aforista, con questo libro approda al suo quattordicesimo appuntamento editoriale dopo Troina, 18 febbraio 1898 (1974), Governi e parlamenti nella formazione della politica estera italiana, scritto con F. Attinà e S. Cutuli (1982), Ancipa. La costruzione di una diga nella Sicilia degli anni ‘50 (1984), Conterranei miei (2000), Conterranei miei Atto II (2009), Due anni in Ottorighe (2012), Le massime di Massimo (2013), Qualcosa di padre Campagna (2016), Le massime di Vitaliano (2019), Giovanni Vitale, una vita per la scuola. E non solo… (2019), Massime avanti Coronavis e dopo Coronavis (2020), Gaetano Zito. Parroco di periferia, intellettuale, storico della Chiesa (2021), Ferlauto, Calabrese, Rotondo. A proposito di tre sacerdoti di Troina (2021).
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