Una mostra, un cortometraggio ed un workshop per Maïtéa Miquelajauregui, l’artista francese fondatrice di Pollena studio, che da Parigi, qualche anno fa, si è spostata a vivere ad Agira, in Sicilia, dove organizza residenze di artista. I prossimi 10, 11, 17, 18, 24 e 25 settembre, al Convento dei Cappuccini di Enna, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 sarà possibile ammirare la sua mostra «Donna dal Fango».
Chi è Maïtéa
Laureata in scienze dell’Arte presso la Scuola d’Arte della Sorbona, a Parigi, Maïtéa utilizza diversi mezzi plastici, ceramica, nuove tecnologie per portarci, a volte a nostra insaputa, ai confini dei nostri transumanesimi interiori. Intelligenza artificiale, blockchain e altre forme di catture digitale vengono utilizzati per evidenziare la nostra frenetica ricerca di significato e ci invitano a una contemplazione consapevole.
La mostra di Enna
Per questa mostra «Donna di Fango», l’artista ha optato per un lavoro in situ e mette in scena una comunità di donne che si sarebbe evoluta in un contesto parallelo dal nostro, immaginando donne in simbiosi con la terra, che avrebbero sviluppato attitudini e riti che permettono un legame esacerbato con il nostro pianeta. L’uso della ceramica era quindi onnipresente, e questa unione tra artigianato e arte contemporanea ci porta a una riflessione su queste pratiche, ponendo la questione sul limite di ciascuna. L'artista propone una riflessione sull'artigianato e l'arte, legati intrinsecamente alla vita e all'attività umana.
Il Convento dei Cappuccini
Realizzata al Convento dei Cappuccini sembra essere proprio un viaggio alla scoperta di un mondo etereo Il Convento, che è la testimonianza della storia della presenza dei cappuccini ad Enna, è stato recuperato negli anni scorsi grazie ad un progetto che lo ha reso nuovamente fruibile. È in questo luogo magico che attecchisce la proposta dell’artista come una rinascita artistica e artigianale, con un'immersione nella vita quotidiana di un'immaginaria comunità di donne. Il convento è proposto in un altro spazio-tempo e ogni opera conduce lo spettatore in una favola comunitaria di donne che si sono evolute al di fuori del nostro tempo e del nostro contesto, sviluppando una vita intorno alla terra, la terra come materiale, come oggetto di devozione e come centro del ciclo della loro vita.