Cuccioli morti trovati a terra nel fango, cani denutriti e maltrattati lasciati a sbranarsi tra di loro, il tutto dentro un capannone con la pavimentazione ricoperta da letame di mucca. Questo lo scenario di orrore che si sono trovati di fronte i volontari siciliani dell’Ente nazionale protezione animali dopo aver risposto ad una richiesta di aiuto a Cerami, in provincia di Enna, frutto delle azioni di un uomo «accumulatore seriale» di cani. Dopo la prima perlustrazione è iniziata subito un’operazione coordinata dal programma nazionale Rete Solidale di Enpa e che ha coinvolto diverse Sezioni della Protezione Animali in Sicilia per recuperare al più presto gli animali, farli visitare, offrirgli le necessarie cure e trovare loro un luogo pulito e sicuro. Sono 140 i cani salvati, di cui sessanta cuccioli, a cui Enpa ha già trovato una sistemazione. Sono 80 i cani sterilizzati di cui venticinque femmine che ora sono seguite da educatori cinofili. I maschi sono stati trasferiti in rifugi. “Per prima cosa - racconta Paola Tintori, tesoriera nazionale enpa e responsabile di rete solidale enpa, che ha coordinato le operazioni - abbiamo portato via le mamme con i cuccioli e le femmine in procinto di partorire. Parliamo di oltre 60 cuccioli curati e messi in condizione di essere adottati che oggi hanno trovato quasi tutti una nuova casa. Un risultato incredibile- Fondamentale anche la disponibilità del sindaco di Cerami, Silvestro Chiovetta, che ringraziamo di cuore. La nostra ambulanza veterinaria è andata direttamente a Cerami con il dottor Meir Levy, veterinario Enpa, per valutare la salute dei cani e intervenire tempestivamente». «Oggi il capannone dell’orrore è vuoto», afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa.