ENNA. Questa mattina alle 11 ad Enna, presso l’Auditorium "Falcone e Borsellino" della Procura della Repubblica, è stato presentata la testa di Ade, tornata di Sicilia.
Al termine di un’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Enna, i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno riportato in Sicilia la “Testa di Ade”, restituita dal “J.P. Getty Museum” di Los Angeles che l’aveva acquistata nel 1985 e collocata presso la “Getty Villa” di Malibù.
Il reperto era stato trafugato alla fine degli anni settanta dall’area archeologica di Morgantina, nel territorio di Aidone (EN). A tale conclusione si è giunti attraverso l’esame di alcuni reperti in frantumi abbandonati dai tombaroli a seguito di scavi clandestini in quell’area archeologica. Tra questi, vi erano 4 “riccioli” (recuperati tra il 1978 e il 1988) che a distanza di diversi anni, nell’ambito di una collaborazione - avviata dal 2011 - tra il Dipartimento dei Beni Culturali della Regione Siciliana ed il museo californiano sono stati comparati, con esito positivo, con la “testa” custodita presso il “Getty”. Il Nucleo CC Tutela Patrimonio Culturale di Palermo, che ha operato in sinergia con il Dipartimento dei Beni Culturali e su coordinamento della Procura di Enna, ha acquisito i riscontri documentali utili per formalizzare la richiesta di rogatoria internazionale, poi indirizzata alle Autorità statunitensi. La piena collaborazione con il Dipartimento di Giustizia U.S.A. e il “J.P. Getty Museum” ha permesso, dopo l’espletamento delle procedure giudiziarie, l’organizzazione della missione di recupero.
Il reperto proviene dall’area archeologica di Morgantina, importante città siculo-greca nel territorio di Aidone (EN) che, tra la fine degli anni ’70 e gli anni ’80, è stata oggetto di numerosissimi scavi clandestini con conseguente trafugamento di inestimabili capolavori dell’arte greca (la coppia di acroliti arcaici, la colossale statua tardo-classica della dea, il tesoro di argenti ellenistici), illecitamente esportati e restituiti all’Italia negli ultimi anni, tutti attualmente custoditi nel Museo Archeologico di Aidone.
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