Il Barbablù Fest apre con un primo sold out: ieri sera Lello Analfino e i Tinturia hanno galvanizzato quattrocento spettatori accorsi a Morgantina e segnato così l’apertura del nuovo festival che porta musica, teatro e incontri nell’antico teatro dell’area archeologica, sotto la virtuale” benedizione” della Testa di Ade (chiamata affettuosamente Barbablù), straordinario reperto restituito dagli Stati Uniti e esposto al Museo archeologico di Aidone. “Questa è la Sicilia che vogliamo vedere e che vogliamo esportare.
La Testa è un simbolo di legalità che torna in un posto dove legalità ce n’è stata poca. Ma adesso guardatevi attorno e scoprite che bellezza c’è qui: ce l'hanno lasciata i nostri padri”, dice Lello Analfino che è stato il vero motore della serata, tra gag, ricordi, battute e tanta musica, chiudendo il concerto con due bis e la sua “Cocciu d’amuri” dedicata proprio alla Testa recuperata. Ma la serata è stata anche simbolo della ripresa dello spettacolo: per i Tinturia si trattava del ritorno su un palco dopo tanti mesi, e al concerto hanno collaborato tecnici e fonici che non lavoravano da oltre un anno.
Il festival continua fino al 4 settembre, mettendo insieme 12 appuntamenti tra musica, teatro e incontri. Il cartellone - nato da un’idea del giornalista Pietrangelo Buttafuoco, curato dal regista Giuseppe Dipasquale, organizzato da Andrea Peria per Terzo Millennio e sostenuto dall’Assessorato regionale ai Beni Culturali – continua domani (sabato 21 agosto) alle 19,30 con Clitemnestra, adattamento firmato dal presidente emerito della Camera dei Deputati, Luciano Violante, che ha lavorato sulla regina di Micene, chiedendosi se fosse la semplice assassina del marito, oppure una giustiziera che non apparteneva agli dei ma agli uomini.
La interpreta Viola Graziosi, diretta da Giuseppe Di Pasquale. “Donna, madre, moglie, regina di Micene, regina di Micene, sulle musiche di Gustav Mahler” ricorda la Graziosi per raccontare la sua Clitemnestra che viaggia dal mito alla contemporaneità sorretta da un fraseggio tragico che scolpisce le parole sulla declinazione di una storia di un esilio perpetuo post mortem. E’ un canto nel dolore di una madre che ha subito l’ingiusto sacrificio di Ifigenia per mano dell’ambizioso padre, è un canto della purificazione perché condannata a vagare nell’eterno nulla al fine di emendare un omicidio non accettabile nell’alveo del moderno patriarcato occidentale. Biglietti: 8 euro, sempre con green pass.
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