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Impresa: in un anno duecento chiuse

Crediti non riscossi e mancano gli appalti. L'allarme di Confartigianato

ENNA. «La provincia è ridotta alla fame - dice il segretario regionale di Confartigianato Salvatore Puglisi - e dentro il tunnel è buio pesto. Non c'è neppure uno spiraglio di luce». È una denuncia forte che sottolinea il dramma di centinaia di imprese artigiane a rischio fallimento. Un settore più di tutti è nella catastrofe l'edilizia. Secondo un report di Confartigianato negli ultimi mesi hanno chiuso i battenti 200 imprese. Considerato che complessivamente gli artigiani ennesi superano di poco quota 3 mila, se nell'edilizia si cancellano in 200 non c'è dubbio che parlare di catastrofe economica non è fuori luogo. «Da anni lamentiamo una situazione di estrema gravità – continua Puglisi -. Niente appalti pubblici di una certa entità, l'economia è allo stallo». E non basta perché gli enti locali sommano «ritardi nei pagamenti che non aiutano. Le imprese eseguono i lavori o forniscono servizi ma non ricevono il corrispettivo. A loro volta non possono pagare i contributi». Insomma sono senza liquidità aggravate da evidenti problematiche legate al fisco. Avendo debiti con Inps e Inail registrano «un Durc irregolare e quindi sono nell'impossibilità di partecipare alle gare di appalto». Uno stato di fatto che agevola il lavoro abusivo. Chi si cancella dall'albo deve pur vivere e quindi alimenta, a malincuore, l'abusivismo con prezzi bassi a danno di chi rimane regolarmente iscritto. La Confartigianato per lenire i costi nel settore edile ha costituito un consorzio analogo ad uno emiliano ben conosciuto. «Ma per le imprese ennesi è ancora poco. Il credito in provincia è costoso più che in altre parti della Sicilia». La Confartigianato ha chiesto ed ottenuto dalla Crias una moratoria di un anno «ma è solo un intervento tampone. La politica deve fare la sua parte con una seria programmazione».

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