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Uccise la convivente, chiesta perizia neurologica

«Epilessia parziale complessa ad origine temporale». Per la difesa di Francesco Lo Presti, 34 anni, che ha ucciso la sua fidanzata convivente Vanessa Scialfa, potrebbe essere questa la causa che ha portato al blackout il giovane, facendogli compiere l'omicidio avvenuto il 24 aprile scorso

ENNA.  «Epilessia parziale complessa ad origine temporale». Per la difesa di Francesco Lo Presti, 34 anni, che ha ucciso la sua fidanzata convivente Vanessa Scialfa, potrebbe essere questa la causa che ha portato al blackout il giovane, facendogli compiere l'omicidio avvenuto il 24 aprile scorso. Il legale del Lo Presti, Antonio Impellizzeri, ha presentato una richiesta di incidente probatorio chiedendo che la Procura nomini dei periti esperti in neuroscienze che confermino la tesi accreditata dai periti di parte. 

Secondo la perizia voluta da Impellizzeri e firmata da luminari del calibro di Giuseppe Sartori, ordinario di Neuropsicologia clinica presso l'Università degli Studi di Padova, Lo Presti sarebbe affetto da «un grave disturbo della personalità di tipo borderline paranoideo» che insieme all'epilessia curata già dall'età di nove anni e aggravata da un incidente stradale e dall'assunzione di droghe  avrebbe potuto determinare, al momento dell'omicidio una totale incapacità di intendere e volere momentanea.

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