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Mafia, processo da rifare per Seminara

ENNA. Annullate in Cassazione le condanne per associazione mafiosa a carico di Salvatore Seminara, detto zio Turi e Gaetano Drago. La Dda di Caltanissetta li ritiene rispettivamente il boss provinciale di Cosa Nostra e il suo braccio destro: avevano preso rispettivamente 8 e 6 anni di reclusione, ma ora per loro si dovrà ripetere l'appello. I giudici della sesta sezione della Corte di Cassazione l'altro ieri sera hanno accolto in parte i ricorsi degli avvocati difensori, Francesco Azzolina e Giuseppe Gianzi per Seminara, Egidio La Malfa e Enzo Trantino per Drago.

Le motivazioni della Suprema Corte saranno note solo entro i prossimi trenta giorni, poi si capirà quali profili di illegittimità siano stati individuati dagli ermellini nella sentenza della Corte d'appello. Adesso i giudici hanno rinviato a un'altra sezione della stessa Corte. L'avvocato Azzolina, pur dicendosi «soddisfatto» del dispositivo della Cassazione, non ha voluto commentare, dicendo di attendere prima il deposito le motivazioni della sentenza. L'ipotesi più accreditata, a ogni modo, è che gli ermellini abbiano ritenuto illegittima la mancata consegna per l'ascolto dei file audio delle intercettazioni alle difese, che era stata chiesta a più riprese, vanamente, dagli avvocati durante le indagini e durante le prime due fasi di giudizio. Alle difese erano stati consegnati soltanto i brogliacci delle intercettazioni. Era questo, a quanto emerge, l'unico «motivo di ricorso» in comune tra le difese di Seminara e Drago: gli altri profili erano differenti.

Va precisato che i due imputati restano detenuti, benché ancora non siano mai stati condannati in via definitiva per associazione a delinquere di stampo mafioso. Per Seminara in appello, si ricorda, era caduta l'aggravante, che era contestata solo a lui, di aver investito i proventi dell'associazione mafiosa in attività economiche legali, ma sono rimaste quelle di aver promosso, diretto e riorganizzato la mafia ennese e la circostanza che si trattava di un'associazione armata. I giudici d'appello, nella sentenza che ora è stata annullata, avevano ritenuto Seminara, fino all'arresto, il reggente della «provincia mafiosa» di Enna, il boss incaricato di far ripartire le attività mafiose dopo la cattura di tutti i capi conosciuti, l'ultimo dei quali fu l'avvocato Raffaele Bevilacqua, finito in carcere nel 2003. Drago è ritenuto una sorta di suo braccio destro. Entrambi si sono sempre professati innocenti, Seminara dicendo di essere solo un semplice imprenditore agricolo. Non la pensano così invece gli agenti della sezione criminalità organizzata della squadra mobile e i carabinieri del reparto operativo e del nucleo investigativo, che lo hanno arrestato nell'operazione «Old One», secondo cui invece non ci sono dubbi: il capo era lui. Secondo gli investigatori, a dargli l'incarico di reggente sarebbe stato il capomafia di Caltagirone e San Michele di Ganzaria Ciccio La Rocca.

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