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Fusione dei tribunali, aumenta il lavoro e mancano i giudici

A breve dovrebbe esserci la normalizzazione: è già stato ufficializzato l’arrivo di 5 nuovi uditori giudiziari a partire dall’anno prossimo

ENNA. Al Palazzo di Giustizia è finita, in un’atmosfera a metà tra il disappunto per la soppressione del Tribunale di Nicosia e qualche residua speranza per la possibile creazione del Tribunale dei Nebrodi, la pausa estiva delle udienze. Tra gli addetti ai lavori serpeggia la voglia di riprendere il pieno ritmo, ma nonostante l’arrivo dei giudici di Nicosia, l’organico del tribunale che viene fuori dalla fusione delle due sedi - fonte il sito internet istituzionale del Csm, l’organo di autogoverno della magistratura, www.csm.it - conta solo 9 giudici in servizio su 17, dunque con una scopertura di ben 8 posti. I giudici in servizio, nel rigoroso ordine alfabetico in cui si trovano sul sito, sono Luisa Maria Bruno, Calogero Commandatore, Ottavio Grasso, Vittorio Giuseppe La Placa, Elisabetta Mazza, Marika Motta, Eugenio Alberto Stancanelli, Giuseppe Tigano e Stefano Salvatore Zammuto. Ci sono poi il presidente e il giudice del lavoro. La fusione dei due tribunali, insomma, quantomeno per ora, non sembra aver prodotto particolari effetti virtuosi: i procedimenti a Enna aumenteranno, perché al carico di lavoro esistente va aggiunto quello di Nicosia, ma i giudici sono sempre pochi. Certo, va detto che è già stato ufficializzato l’arrivo di 5 nuovi uditori giudiziari a partire dall’anno prossimo, dunque la situazione potrebbe in parte normalizzarsi già tra pochi mesi. Il carico di lavoro, secondo quanto si apprende, è stato già distribuito dal presidente Giuseppe Ferreri ai vari magistrati in servizio. «Le udienze sono riprese regolarmente - racconta un avvocato che ieri era in udienza - anche con i giudici di Nicosia. In questo momento Enna ha perso due magistrati, Massimiliano De Simone e Andrea Salvatore Romito, ma sono arrivati i giudici di Nicosia. E c’è una riorganizzazione dell’ufficio che tiene conto della presenza dei nuovi giudici». Decisamente meglio va in Procura, dove di fatto non c’è nessuna scopertura d’organico (come non ce n’era già nelle due sedi separate). Dunque si è ripreso regolarmente, eccetto che nel penale, per l’astensione indetta contro le politiche del governo Letta su giustizia e carceri.   Tra i dibattimenti a rischio, oggi salterà quasi certamente il processo sullo scandalo delle «patenti facili» di Enna, che risale al 2007. Le patenti sarebbero state letteralmente vendute, facilitando, tramite presunte corruzioni, l’esame a quiz. Questo processo è un po’ l'emblema del disagio provocato dalla carenza d’organico al Tribunale di Enna negli scorsi anni: rischia dopo tre anni e mezzo di udienze, di ripartire daccapo, perché cambiano i giudici a latere del collegio penale e dunque basta che uno degli avvocati dei 9 imputati non presti consenso alla «rinnovazione degli atti» e si dovrà ricominciare da zero. Per l’astensione dalle udienze dei penalisti ieri sono stati rinviati anche due processi per casi di cronaca che riguardano Enna a Caltanissetta: riguardano due inchieste coordinate dalla Dda, una antimafia e una riguardante un grosso scandalo di prostituzione minorile, scoperti entrambi dalla squadra mobile. 

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