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Maltrattamenti alla casa di riposo di Pergusa, pronta una lunga lista di testimoni

È salito a sette, alcuni dei quali sono stati già interrogati, il numero dei professionisti schierati dalla difesa

PERGUSA. Dalla Procura sono in partenza vari inviti a comparire, per persone informate sui fatti riguardanti la casa di riposo Sant'Antonio di Pergusa, al cui interno sarebbero stati commessi maltrattamenti e altri reati, tra cui una presunta truffa e vari abbandoni di incapace. È salito almeno a sette, alcuni dei quali sono stati già interrogati, il numero dei professionisti e degli assistenti indicati al pm Marco Di Mauro dalle difese dei quattro arrestati dell'inchiesta, Paolo Luciano Tomaselli, il titolare del centro, e i dipendenti Carmelo Murasò, Ernesta Cacciato e Maria Concetta Mirisola. I primi due sono in carcere, le due donne ai domiciliari. I quattro sono difesi dagli avvocati Gabriele Cantaro, Giovanni Avila e Giovanni Palermo. È iniziata, in pratica, la controffensiva delle difese. Si tratta di testimoni esterni alla struttura, segnalati dalla difesa, che non hanno alcun interesse nel procedimento, dunque del tutto imparziali: sono almeno quattro professionisti, perlopiù medici di famiglia degli anziani ospiti della struttura, che possono deporre sulle condizioni di salute dei propri clienti; a cui si sarebbero aggiunti anche alcuni assistenti agli anziani e familiari di alcuni ospiti del centro. Tutti testimoni che la difesa indica all'accusa perché, in buona sostanza, potrebbero scagionare gli indagati. E il pm, che ha coordinato l'inchiesta - chiedendo e ottenendo dal gip l'ordinanza di custodia - ha accettato di sentirli. Alcuni di loro hanno iniziato a presentarsi al secondo piano del Palazzo di Giustizia. L'obiettivo dei difensori, in pratica, è dimostrare che le condizioni di salute degli anziani non erano affatto quelle di persone maltrattate, fisicamente o psicologicamente. Questi interrogatori potrebbero essere preliminari a una complessiva istanza di scarcerazione al gip, da parte dei difensori. Intanto comunque c'è ancora tempo per presentare un eventuale ricorso al Tribunale del Riesame, rispetto all'ordinanza emessa dal gip Luisa Maria Bruno. Numerose sono le ipotesi di reato contestate dai finanzieri diretti dal tenente colonnello Giuseppe Carella e dal capitano Antonino Licciardello. Per gli investigatori, all'interno della struttura gli anziani sarebbero stati maltrattati, abbandonati o sedati eccessivamente, per farli stare tranquilli, se ammalati di Alzheimer.

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